Il trentacinquenne del Bangladesh trovato morto ieri su un barcone, con altre 117 persone, soccorso dai militari della guardia di finanza, non ha segni di morte violenta. L’ispezione cadaverica lo ha confermato. I poliziotti della squadra mobile, nel giro di mezza giornata, ascoltando tutti i compagni di viaggio della vittima, sono riusciti ad acquisire testimonianze importanti: l’uomo stava già male, pare che abbia ripetutamente vomitato, quando è salito sull’imbarcazione.
La tragedia durante il viaggio
Durante il viaggio, la tragedia. L’imbarcazione sulla quale viaggiava il bengalese è partita alle ore 20 di domenica da Zawiya, in Libia. A bordo c’erano complessivamente 118 persone, fra cui 3 donne e due minori, sedicenti bengalesi, siriani, egiziani e pakistani. Il natante, lunedì scorso, è stato intercettato a meno di mezzo miglio dal porto di Lampedusa dai militari delle fiamme gialle. La squadra mobile di Agrigento ha già informato la Procura che firmerà il dissequestro della salma, senza disporre l’esame autoptico.
Le tragedia a Pozzallo
E’ di appena due giorni fa la tragedia che ha riguardato un altro sbarco sempre in Sicilia. Sei rifugiati siriani, tra cui due bimbi di uno e due anni, un adolescente e tre adulti, sono morti su un barcone presumibilmente di fame e di sete. Lo ha reso noto l’Unhcr sottolineando che l’Agenzia ha assistito i 26 sopravvissuti sbarcati a Pozzallo, nel Ragusano. Le vittime sono stati due bambini di 1 e 2 anni, un dodicenne e tre adulti, tra cui la nonna e la madre di bambini sopravvissuti. Molte delle persone sbarcate a Pozzallo hanno presentato anche condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni.
Ancora sbarchi
Tutto questo mentre ancora si continuano a susseguire gli sbarchi nelle coste siciliane. Sino a ieri sono stati due gli sbarchi che si sono registrati nel Siracusano. I primi ad arrivare sono stati 234 migranti, di cui 11 minori non accompagnati, approdati a bordo di un barcone nel porto commerciale di Augusta, intercettato due notti fa dalla guardia di finanza.
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