Al “grido” silenzioso di giustizia ieri sera Lampedusa si è mossa in corteo con una fiaccolata per tenere i riflettori accesi attorno alla tragedia che ha coinvolto il piccolo Domenico Bandieramonte, morto ad appena 4 anni a causa di un virus intestinale all’ospedale pediatrico di Taormina. Un caso che la famiglia ha additato come di malasanità ma su cui sono in corso delle verifiche degli organi inquirenti per chiarire meglio cosa possa essere successo. Il corteo è partito da piazza Castello per arrivare davanti la chiesa di San Gerlando.
“Vicini ai familiari”
“È difficile – ha detto il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino – trovare le parole da esprimere per la perdita di un familiare ed è quasi insopportabile e non giustificabile quando ad andare via è un bambino. È un dolore troppo forte per la famiglia e anche per la nostra comunità. Stiamo vicini e aiutiamo i familiari e preghiamo insieme per il piccolo Domenico”. Parole pronunciate in piazza a margine della fiaccolata per la giustizia in ricordo del piccolo Domenico. La comunità di Lampedusa ha manifestato vicinanza ai familiari del piccolo Domenico.
I palloncini in cielo
Davanti la chiesa di San Gerlando sono volati dei palloncini bianchi in cielo. A sollevare il caso, con un video pubblicato sui social, era stata la madre del piccolo qualche ora prima che morisse. Domenico, secondo quanto denunciato dalla donna, avrebbe contratto un batterio in ospedale dove era andato per un banale problema intestinale.
L’inchiesta
La Procura di Messina ha aperto un’inchiesta sulla morte del piccolo Domenico Bandieramonte. La salma è stata posta sotto sequestro e verrà disposta l’autopsia. Sul caso ha svolto i primi accertamenti il commissariato di Taormina. Non è chiaro se proceda d’ufficio o se ci sia stata una denuncia da parte della famiglia. La madre del piccolo sostiene che il figlio sia morto per un batterio contratto nell’ospedale San Marco di Catania in cui era stato ricoverato per disturbi intestinali.
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