La Cassazione ha condannato a 22 anni, per un omicidio, Anisoara Lupascu, 42 anni, ritenuta colpevole del delitto del bracciante trentasettenne Constantin Pinau. La donna, insieme al marito e al figlio, si sarebbe vendicata dell’ultimo dei tanti affronti subiti: la rottura dello specchietto dell’auto da parte di Pinau, con cui aveva avuto svariati contrasti.
Il delitto
Il delitto sarebbe stato commesso insieme al marito Vasile Lupascu, 48 anni, e al loro figlio Vasile Vladut Lupascu, 23 anni, già condannati a 30 anni nel troncone che si è svolto in abbreviato. La donna è stata ritenuta colpevole anche di lesioni ai danni della moglie di Costantin, bastonata nell’agguato in cui il marito fu ucciso a colpi di zappa e spranga.
L’omicidio dopo un battesimo
L’omicidio avvenne l’8 luglio 2018, a Naro, mentre Pinau, insieme alla moglie, stava rientrando a casa dopo un battesimo. La vicenda è approdata per la seconda volta in Cassazione dopo che la stessa Corte aveva messo in discussione la sussistenza di due aggravanti, ovvero la “minorata difesa” e la premeditazione, adesso riconosciuti in via definitiva.
L’omicidio di Lentini
La Corte di Appello di Catania ha confermato le condanne in primo grado per l’omicidio di Sebastiano Greco, ammazzato a colpi di pistola nell’ottobre del 2020 a Lentini.
Gli imputati
Ergastolo per Antonio Milone, 37 anni, indicato come l’autore del delitto, 25 anni di reclusione per Antony Shasa Bosco, 29 anni, difeso dall’avvocato Junio Celesti.
La confessione di Milone
Sul movente di quella spedizione punitiva, una spiegazione l’avrebbe fornita proprio chi è accusato di aver premuto il grilletto: Antonino Milone, nel corso di 2 interrogatori, avrebbe spiegato che, nei mesi precedenti al delitto, Greco, ex gestore di un distributore di benzina, avrebbe venduto una partita di cocaina, consegnata alla compagna di Milone, poi, però, posta sotto sequestro. Al tempo stesso, la difesa sostiene che, sebbene armato, il 37enne avrebbe voluto solo dare un avvertimento alla vittima, senza volerla ammazzare.
La condanna dell’armiere
Precedentemente, nel processo con il rito abbreviato, il gup del Tribunale di Siracusa condannò a 4 anni ed 8 mesi di reclusione Alfio Caramella, 48 anni, lentinese, accusato di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, indicato come l’armiere dei due imputati.
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