La nave Open Arms con 147 migranti a bordo è arrivata all’alba di stamane nelle immediate vicinanze di Lampedusa.
Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell’imbarcazione della Ong catalana che si è diretta verso l’isola delle Pelagie, scortata da due navi militari, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un suo ricorso, sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini.
Provvedimento rinnovato ieri dal ministro dell’Interno che ha presentato ricorso contro la decisione del Tar ribadendo il suo ‘no’ alla sbarco dei migranti. Al momento la Open Arms è all’ancora a ridosso dell’isola, nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall’entrata del porto. Le condizioni del mare non sono buone e, stando alle previsioni, permarranno così per tutta la giornata.
“Dopo la minaccia di un nuovo decreto, siamo finalmente al riparo”. Lo scrive in un tweet Open Arms sottolineando di essere arrivata in acque italiane “con autorizzazione da parte delle autorità”. “Non abbiamo permesso
per entrare in porto”, precisa la Ong.
“Non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati”.
Così il ministro della Difesa Elisabetta Trenta spiega la decisione di non firmare il nuovo decreto di Salvini che vieta l’ingresso nelle acque territoriali italiane dell’Open Arms.
La mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo “potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali- avverte Trenta- fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un’esplicita disponibilità all’assistenza delle persone maggiormente bisognevoli”.
“Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza – sottolinea ancora il ministro- Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità . Per questo non ho firmato”.
“Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani”.
Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentando le parole della collega alla Difesa Elisabetta Trenta.
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