Un avviso di conclusione indagini, per tentata concussione, è stato emesso dalla Procura di Agrigento nei confronti del direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, nell’ambito di un’inchiesta sull’aeroporto di Lampedusa.

Sono 12 gli indagati, a vario titolo, nel procedimento che tratta anche presunte pressioni nei confronti di Gaetano Tafuri e Giovanni Amico, allora, rispettivamente, presidente e direttore dello scalo, per “dare indebitamente in sub concessione a Giacomo Cusumano la gestione del deposito di carburante nell’aeroporto di Lampedusa”. Parte offese sono Tafuri, Amico, Ast aeroservizi, la Regione Siciliana e il Mit.

Le indagini

L’avviso di garanzia è stato firmato dal procuratore di Agrigento, Giovani Di Leo, e dal sostituto Rita Barbieri e ipotizza il reato di tentata concussione, oltre che per Quaranta, per altri sette indagati tra dirigenti nazionali e locali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile. Sono Fabio Marchiandi, Marco Di Giugno, Arianna Ciani, Gabriele Squillaci, Antonino Buttafuoco, Pietro Bonfiglio e Gaetano Palmeri.

Secondo l’accusa, “con minacce, ponevano in essere atti idonei” per “costringere Tafuri e Amico” a “dare indebitamente in concessione a Giacomo Cusumano la gestione del deposito di carburante sito all’interno dell’aeroporto di Lampedusa sull’aera demaniale già arbitrariamente occupata da società tutte riconducibili a Cusumano”, che è tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagini.

Le parole della procura di Agrigento

Secondo quanto riportato nell’ordinanza della procura di Agrigento, il deposito nel tempo avrebbe “raggiunto l’estensione di circa 2.010 metri quadrati, ma – contesta la Procura di Agrigento – sulla base di provvedimenti di concessione e proroga illegittimi rilasciati dall’Enac dal 6 febbraio 2004 al 14 febbraio 2019”.

Gli indagati, contesta ancora la Procura di Agrigento, si sarebbero avvalsi del “contributo morale e materiale di tre consulenti legali di Cusumano: Nunzio Pinelli Fumagalli, Giuseppe Pinelli e Verona Petrella”, quest’ultima, si legge nell’avviso di conclusione indagine, moglie di Marco Di Giugno, dirigente della direzione analisi giuridiche e contenzioso di Enac.

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