Nel caldo cocente d’agosto la Sicilia e ancor più Agrigento è nel caos. Sbarchi incessanti e migranti in fuga.
A Porto Empedocle, dove la tensostruttura della Protezione civile priva di finestre, con una capienza massima di 100 persone, aveva accolto ben 520 migranti, in condizioni assolutamente poco adeguate e con temperature insostenibili. Una vera e propria fuga di massa assolutamente prevedibile, che ha impegnato le forze dell’ordine nel tentativo di poter recuperare i fuggitivi, in gran parte riportati in regime di quarantena.
“Quando in un centro di prima accoglienza come quello di Porto Empedocle o di altre realtà – spiega a BlogSicilia il sindaco di Agrigento Calogero Firetto – si fugge in maniera così agevole ai controlli, è evidente che si dà l’immagine di uno Stato che non è adeguatamente organizzato. Tanto più quando non sappiamo le provenienze e la storia di chi arriva nel tuo paese, ma soprattutto quando c’è un’emergenza sanitaria lo Stato deve fare lo Stato”.
“Il tema della gestione degli arrivi, deve farci dire alcune cose: intanto non possiamo fare triage in locali inadeguati come quelli di Porto Empedocle. E con una temperatura di cinquanta gradi, non si può mettere la gente ammassata in quel modo sia per ragioni umanitarie, di sicurezza e di dignità della persona. La gente scappa dal fuoco, perché lì dentro si rischia l’asfissia. Quindi è necessario montare strutture di primo approccio con il migrante che siano più confacenti, in modo che le stesse forze dell’ordine e i sanitari possono operare in una condizione di migliore agibilità”.
Intanto è dei giorni scorsi la notizia un agente di polizia positivo al Covid19 dopo aver operato nei controlli ai migranti sbarcati nell’Agrigentino. Il poliziotto precisa il Dipartimento della Pubblica sicurezza è asintomatico, attualmente è in isolamento presso una struttura alberghiera ed in costante monitoraggio da parte del personale sanitario della Polizia di Stato. ma la pressione del fenomeno migratorio in Sicilia quest’anno la si sente di più per effetto dell’emergenza sanitaria.
E mentre nelle coste agrigentine gli sbarchi fantasma non si placano, poche settimane fa documenta l’associazione Mareamico “Un barcone lungo meno di 10 metri è approdato a Punta Bianca. Appena toccata la riva – racconta l’associazione – una quarantina di migranti, provenienti dalla Tunisia, si sono dispersi nel territorio agrigentino, sotto lo sguardo sorpreso e preoccupato dei bagnanti. Ad alcuni di loro è stata fornita dell’acqua, altri si sono immediatamente incamminati per le colline tra Agrigento e Palma di Montechiaro, alla ricerca di un sentiero o di una strada”.
Gli sbarchi fantasma – “Noi questi barchini li dobbiamo fermare – ci dice il sindaco di Agrigento – ed è necessaria un’adeguata azione di pattugliamento nel mediterraneo. Non dico chiudiamo i porti, ma non c’è dubbio che bisogna fare un’attenta operazione di pattugliamento per evitare che il barchino ti arrivi a qualunque ora della giornata sotto costa e nel pieno delle spiagge questa gente si cambia e poi non si sa. Sono gli invisibili che vanno in giro. Questo fa parte di uno Stato che ha una vocazione all’accoglienza, ma l’accoglienza deve avere certe regole. Chi vuole arriva e non c’è nessuna regola non è uno Stato e non è accettabile.
Ma c’è ancora un altro problema che mi sento di sollevare: sul tema dell’immigrazione ci dividiamo tra sinistra e destra. Il tema dell’immigrazione è tra i temi più complessi che impegnano coloro che fanno politica e gli intellettuali dei vari paesi perché nessuno ha una ricetta adeguata”.
“La gente – continua Firetto – scappa per le più svariate ragioni. Io rivendico il diritto alla mobilità e muoversi per l’uomo deve essere come mangiare e come bere. Ma mentre rivendico questo diritto, dico anche per poter andare in un altro Stato devo rispondere alle regole di quello Stato. Se poi non si rispettano le regole di quello Stato, bisogna mettere in conto che bisogna fare i rimpatri sia con ponti aerei sia con ponti navali e farli velocemente.
Quindi se vado in cui dove non sono un rifugiato politico e magari non scappo neanche dalla fame e vado in Italia per fare altre cose e mi affitto una casa – cosa che è accaduta qui ad Agrigento – e vado al Villaggio Mosè e in un bel momento della giornata mi metto davanti un balcone e mi spoglio nudo mentre ci sono dei signori nel balcone. Noi pensiamo che questo sia accettabile? Qualcuno mi potrebbe dire: ma se lo fa un cittadino del suo paese? Ma se lo fa un cittadino del mio paese ci sono le regole per sanzionarlo e processarlo. Ma chi non lo fa arrivando da un paese diverso ed è arrivato senza alcuna regola, è evidente che ha una vocazione a delinquere. Poniamoci il problema della sicurezza locale e credo che non ci sia nulla di scandaloso se si dice si rimpatria se si rende reo di questo. Agrigento è città che accoglie, ma accogliere significa rispetto di norme elementari. Se le norme elementari non si rispettano, allora quella non è accoglienza. Quella è l’ideologizzazione dell’accoglienza”.
Agrigento zona rossa? “Noi avevamo fatto passare il messaggio reale che Agrigento fosse una realtà covid free. Ma quando sono arrivati un flusso di extracomunitari posti in quarantena in una nave dove vengono riscontrati dodici positivi che in realtà non hanno mai messo piede ad Agrigento, mi fa male sentire che un tg nazionale indicava Agrigento zona rossa. In realtà è una grande falsità ma che purtroppo determina un grandissimo danno alle nostre attività. Infatti ho ricevuto tante telefonate di operatori locali che lamentava la disdetta delle prenotazioni in virtù del messaggio che è veicolato. Io non ce l’ho con il migrante positivo, perché i focolai non arrivano solo attraverso gli extracomunitari. Gli extracomunitari vengono controllati. Ma il resto? Spesso leggo sulla mia pagina Facebook che i cittadini mi dicono di bloccare i migranti. Ma i migranti vengono controllati ma il resto difficilmente viene controllato”.
“Sulla questione dei migranti è necessaria una maggiore concentrazione maggiore da parte del governo su questo tema in termini di un coinvolgimento dell’Europa. Nelle aree come le nostre, ci dovrebbe essere degli approntamenti che tengano conto delle calamità. Se in un territorio come il nostro hai cinquecento migranti che arrivano in un porto, questo è una calamità per quel territorio. E se poi scappano e sciamano nelle città, in un momento in cui c’è un problema sanitario, è inevitabile che deve cercare delle soluzioni diverse. Adesso arriverà l’esercito”.
Il buco di bilancio e le strutture per i minori non accompagnati – “Ad Agrigento – commenta il sindaco – non si erano mai posti la questione. Dal 2015 è stato uno dei problemi che mi sono posto quando sono arrivato al Comune, perché dovendo fare i conti con un bilancio per presentava un enorme buco – era sostanzialmente in dissesto – ho cercato di capire quali erano le fonti maggiori del dissanguamento. C’era un costo importante del personale, ma era un costo che aveva la sua copertura finanziaria. C’erano affitti e li abbiamo tolti, c’erano i costi della nettezza urbana che era fuori controllo, poiché non c’era la differenziata e ogni anno si creava un grave buco, e poi c’erano i costi dei minori stranieri non accompagnati.
Quando arriva il minore nella città o a Porto Empedocle, il magistrato emette il provvedimento di ricovero in comunità. Non si sa come la stragrande maggioranza di queste comunità sono nelle città di Agrigento. A Porto Empedocle non ce n’è neanche una. Al comune di Agrigento arriva alla fine di ogni mese una bella fattura dalla comunità che mi dice che a seguito del provvedimento del magistrato ho ricoverato un minore non accompagnato e il comune deve pagare. E il comune deve pagare in maniera sorda pagando un maggiore costo rispetto alle rette regionali e quelle ministeriali.
Noi abbiamo messo questo tema sul tavolo, perché non possono pagare i cittadini di Agrigento. C’è stata una spesa importante. Ma poi a questo si aggiungo i costi in termini di nettezza urbana, smaltimento di rifiuti”.
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