Organizzato un furto in un ambulatorio dell’Agrigentino ma commettono un grave passo falso. Nella fuga, infatti, dimenticano il casco con il quale erano entrati in azione per organizzare il raid. Un errore che potrebbe costare caro agli sbadati ladri. I carabinieri hanno sequestrato il casco che adesso sarà analizzato alla ricerca di tracce anche biologiche. Nel frattempo al vaglio anche le immagini della videosorveglianza della zona.
Il furto per l’esattezza è stato messo a segno nell’ambulatorio di psichiatria dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata. Ad essere stati portati via pc e monitor, si sta ancora valutando l’ammontare del danno. Quando il personale sanitario questa mattina ha riaperto la struttura si è accorto del raid. A destare l’attenzione questo casco protettivo per moto che non apparterrebbe a nessun impiegato dell’ambulatorio. Quindi sarebbe di proprietà del ladro. Immediata la denuncia alla stazione dei carabinieri.
Di ladri maldestri le cronache siciliane ne sono piene. Appena qualche giorno fa due giovani ladri di merendine denunciati alla Procura di Catania dal commissariato di polizia di Adrano. Avrebbero danneggiato un distributore automatico di bevande. Il fatto è accaduto all’interno dell’esercizio commerciale che effettua la vendita di snack e bevande attraverso distributori automatici, ubicato nella centralissima via Garibaldi. La volante del commissariato di polizia venne allertata dal titolare dello stesso esercizio che segnalò quattro giovani che si erano introdotti all’interno del locale. Secondo la versione data dall’esercente furono loro a danneggiare uno dei distributori automatici installati all’interno.
Arrivati immediatamente sul posto gli agenti identificarono i quattro giovani. Le indagini condotte dalla polizia scientifica attraverso la visione dei filmati delle telecamere installate all’interno dell’esercizio. Proprio gli occhi elettronici hanno permesso di individuare due dei quattro ladri di merendine. Sono stati immortalati mentre, con un’azione violenta, avevano danneggiato uno dei distributori automatici, addirittura scardinandolo dalla parte cui era agganciato. Forse nel tentativo maldestro di fargli erogare uno dei prodotti contenuti all’interno. Ora gli indagati dovranno rispondere dell’accusa di danneggiamento aggravato, reato per il quale è prevista una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione.