Non ce l’ha fatta Rosalia Cancemi. La cinquantenne di Favara che lo scorso 30 giugno era stata avvolta dalle fiamme mentre accendeva il barbecue nella villetta alla periferia del paese è deceduta dopo 27 giorni di agonia.
Nel centro in provincia di Agrigento tutti la conoscevano con il nome di Lia. La donna, come riporta il Giornale di Sicilia, sposata con figli, ha riportato ustioni gravissime. Le sue condizioni sono apparse gravi fin da subito, tanto da richiedere l’intervento dell’elisoccorso. La donna era stata ricoverata al centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
L’incidente
Il 30 giugno era domenica e Lia Cancemi, dopo aver acceso il fuoco stata raggiunta al volto e al torace da una fiammata che si è sprigionata dal barbecue.
L’episodio si è verificato subito dopo mezzogiorno. La donna si era messa davanti al barbecue per arrostire la carne del pranzo domenicale e – a quanto pare – avrebbe usato dell’alcol per favorire l’accensione della carbonella. Qualcosa, però, è andata storto e la fiammata di ritorno le ha ustionato il volto, il torace ed in parte le mani.
Le circostanze che hanno portato alla fiammata di ritorno, però, non sono ancora del tutto chiare, ma sembra che il vento abbia giocato un ruolo determinante nella disavventura.
Quadro clinico delicato
I sanitari del 118 sono prontamente intervenuti in via Capitano Callea e data la gravità delle sue ferite, è stato presto chiaro che era necessario un trattamento specializzato. Così, è stato organizzato il trasferimento in elisoccorso al centro grandi ustioni di Catania.
Sin da subito la situazione è apparsa estremamente grave. Il quadro clinico è stato definito delicato. La donna è stata intubata per tutto il tempo del ricovero. I medici non hanno mai sciolto la prognosi sulla vita a confermare una situazione difficile.
L’incidente è stato traumatico per i familiari della donna, che hanno assistito impotenti alla sua sofferenza.
Altri incidenti simili
Diversa era stata la sorte di una romena trentacinquenne che a metà dello scorso aprile era rimasta gravemente ferita a causa dell’esplosione della cucina dell’abitazione di via Napoli a Campobello di Licata. La donna è stata ricoverata prima all’ospedale di Canicattì, poi a Napoli e infine a Palermo ed è riuscita a salvarsi. A determinare la deflagrazione nell’abitazione non furono le bombole del gas: le quattro bombole presenti in cucina vennero trovate, dai vigili del fuoco, integre. Forse era stato lasciato aperto, certamente inavvertitamente, un fornello. Oppure c’era una perdita di gas in cucina. Non appena è stata accesa la luce, si è innescata la scintilla e lo scoppio. La donna aveva riportato gravi ustioni al volto, alle braccia e in tutta la parte superiore del corpo.
La sicurezza domestica è un tema cruciale e spesso sottovalutato. È importante educare e sensibilizzare la popolazione sui rischi e sulle misure preventive per ridurre il numero di incidenti domestici e garantire un ambiente sicuro per tutti. È fondamentale seguire le istruzioni per l’uso e mai utilizzare liquidi infiammabili per alimentare le fiamme.
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