Un cittadino del Gambia di 24 anni è stato raggiunto alla schiena da un proiettile esploso da un fucile ad aria compressa. E’ accaduto nella notte fra domenica e lunedì in piazza Roma, a Canicattì, nell’Agrigentino.
Il giovane è stato soccorso e trasferito all’ospedale “Barone Lombardo” dove i medici lo hanno curato, confermando la presenza di un piombino nella schiena. Sull’episodio indagano i poliziotti del locale Commissariato che vogliono scoprire per quali motivi il 24enne, domiciliato a Canicattì, sia stato colpito.
Nuovi particolari emergono dall’interrogatorio di Adriano Vetro, l’uomo reo confesso dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, avvenuto ieri pomeriggio a Favara, nell’Agrigentino. Al procuratore generale facente funzioni Salvatore Vella e al pubblico ministero Elenia Manno, l’indagato avrebbe provato a spiegare le ragioni del suo gesto. Gli servivano tre documenti per ottenere il rinnovo della patente.
L’oculista e il diabetologo glieli avevano rilasciati mentre il dottore Alaimo rinviava continuamente. E lui aveva bisogno della patente per guidare l’auto per raggiungere la vicina Caltanissetta dove lavora in un istituto come collaboratore scolastico e per muoversi dalla campagna dove abita con gli anziani genitori. Per questo la reazione. I magistrati però gli contestano la premeditazione del delitto e il porto abusivo dell’arma che l’assassino sostiene di avere trovato. Il difensore, l’avvocato Santo Lucia, ha invece fatto presente che il suo assistito da diversi anni è in terapia da uno psichiatra. Domani dovrebbe svolgersi l’udienza di convalida dell’arresto.
Una troupe della Rai e alcuni gornalisti locali hanno subito un’aggressione questo pomeriggio a Favara, mentre documentavano l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo. Alcuni dei presenti hanno cercato con minacce e spintoni di allontanare le telecamere. “Il Cdr della Tgr Sicilia e la fiduciaria della redazione Rai di Catania esprimono solidarietà e vicinanza ai colleghi e alle troupe vittime, nel pomeriggio di oggi, di aggressione mentre svolgevano il proprio lavoro a Favara – si legge nella nota del Cdr della Tgr Sicilia – Giudichiamo inaccettabile l’intimidazione ai colleghi che con il loro lavoro stavano garantendo la doverosa informazione ai cittadini documentando il grave fatto di cronaca accaduto nella cittadina agrigentina”.