A larga maggioranza il plenum del Csm ha nominato procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio, il pm che ha messo sotto accusa Matteo Salvini, contestandogli il sequestro di persona e l’omissione di atti d’ufficio per aver impedito in due distinte occasioni lo sbarco dei migranti a bordo della Nave Diciotti e della nave di Open Arms, nell’ambito di due processi poi trasferiti al Tribunale dei ministri di Palermo, di cui uno è ancora aperto.
Patronaggio ha ottenuto 19 voti, contro i 2 andati a Lucia Musti, sostituto procuratore generale a Bologna.
Attualmente procuratore di Agrigento e in passato di Mistretta, Patronaggio ha lavorato anche a Palermo, dove dal 1992 al 1997 ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia.
In quegli anni Patronaggio ha partecipato alle indagini sull’omicidio di Padre Giuseppe Puglisi, richiedendo e ottenendo ordini di custodia cautelare nei confronti dei mandanti e degli esecutori materiali dell’omicidio successivamente condannati con sentenza definitiva.
E ha contribuito alla cattura dei più pericolosi latitanti, fra cui Salvatore Riina, Salvatore Biondino , Leoluca Bagarella, Giuseppe e Filippo Graviano , Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza.
Da sostituto Pg a Palermo, ha sostenuto l’accusa nei processi d’appello all’ex presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro e all’ex senatore Marcello Dell’Utri. Ed è stato pm anche nel processo di secondo grado per il sequestro e l’omicidio del giornalista Mauro De Mauro, e in quello a carico del Prefetto Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu.
Da procuratore di Agrigento, dove è riuscito ad abbattere il pesante arretrato che aveva trovato al suo arrivo, Patronaggio si è occupato anche del procedimento per la convalida dell’arresto di Carola Rackete, comandante della Sea Watch, che dopo avere soccorso dei migranti aveva forzato il blocco che le era stato imposto da una motovedetta della Guardia di Finanza.