I cittadini di Agrigento scendono in piazza per protestare contro la crisi idrica e i turni di erogazione dell’acqua sempre meno frequenti. Un corteo di circa cinquecento persone è partito alle 9.30 da Porta di Ponte per dirigersi verso la sede del comune di Agrigento, al grido di “Vogliamo l’acqua”. Alla manifestazione hanno partecipato sindacati, associazioni, “Satira Agrigentina”, Cartello sociale e singoli cittadini.

La manifestazione

“Il tragico problema dell’acqua riguarda tutti noi e noi manifestiamo soprattutto per anziani e chi oggi non può essere qui”, ha dichiarato Alfonso Cartallinica. “È un momento sacrosanto protestare per il diritto dell’acqua – dice l’ex deputato Michele Sodano –. Il 58% dell’acqua si perde tra le condotte cittadine. Giusto affermare il diritto all’acqua con la vita quotidiana messa a repentaglio, l’agricoltura in crisi e il settore turistico in ginocchio”. “Agrigento patisce la sete e il governo regionale non ha mosso un dito – afferma i. segretario della Cgil Alfonso Buscemi – .Chiediamo che il sindaco si faccia promotore di questa grande protesta e chieda soldi alla protezione civile che deve intervenire immediatamente con il dissalatore. Si metta una pezza ai ritardi della politica e dopo l’estate cominciamo i lavori per le reti idriche della provincia”.

Lo stato di emergenza in Sicilia

Un anno di emergenza idrica e di interventi straordinari in Sicilia. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità nell’isola, come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per una durata di 12 mesi, stanziando i primi 20 milioni di euro, con la possibilità di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell’attuazione dei primi interventi. Alla riunione a Palazzo Chigi ha partecipato anche il presidente della Regione. Il governo siciliano ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione.

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