Ancora decessi, poca chiarezza sulla situazione sanitaria e caos nei tamponi. E’ polemica rovente nell’Agrigentino sulla gestione della pandemia. dopo le video denunce del sindaco di Raffadali anche l’ex sindaco di Agrigento Lillo Firetto torna a chiedere chiarezza sulla situazione della disponibilità dei posti letto.
“Una persona è deceduta – afferma Firetto – e sui tamponi attese troppo lunghe e poche certezze. Aspettiamo gli esiti dei controlli del personale tecnico e dei carabinieri del Nas e che sia spiegato anche, qualora i posti letto risultassero effettivi, con quali medici anestesisti e con quale personale infermieristico saranno attivate le nuove degenze”.
E mentre si attendono dati certi sulla reale situazione ci sono persone che perdono la vita. Come il caso di un anziano di Grotte, deceduto negli scorsi giorni all’interno dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. L’uomo, secondo la testimonianza di un familiare, al momento del ricovero nel reparto di medicina era risultato negativo al tampone e si sarebbe ammalato all’interno del nosocomio a causa di un focolaio scoppiato all’interno del reparto di medicina. Sarà eventualmente la magistratura a stabilire la verità dei fatti.
“Una verità, intanto, non ha bisogno di essere appurata – dice l’ex sindaco – i contagi sono aumentati, così come i ricoveri e i siciliani continuano a morire. Mancano medici e infermieri; i dispositivi di protezione individuale più complessi, destinati al personale a contatto con pazienti Covid o del Pronto Soccorso, al San Giovanni di Dio sono insufficienti, al punto che non possono essere sostituiti prima delle 7 ore”.
“Al personale di altri reparti sono fornite soltanto mascherine chirurgiche; i dati dei contagi vengono forniti con ritardo dalle Asp e spesso in contrasto con quelli della Protezione Civile; alcune guarigioni sarebbero state notificate a persone di cui non si conosceva la positività; almeno tre persone nell’ultima settimana, sarebbero state contagiate all’interno dell’ospedale”.
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