Contro la pulizia delle spiagge con mezzi cingolati. Mareamico ha inviato una lettera a tutti i sindaci dei comuni rivieraschi della provincia di Agrigento, alla Capitaneria di Porto e all’ufficio del Demanio regionale, per ricordare di non autorizzare tale pratica.
Pratica che altera l’ecosistema e crea rischi all’ambiente
Questa pratica – oltre che essere vietata dalla legge – altera gravemente l’ecosistema, importante per diverse specie animali e vegetali. La pulizia delle spiagge con questi metodi distruttivi provoca la distruzione dell’ambiente dunale e l’habitat di alcune specie animali come il fratino, che cova le sue uova nel retroduna e la tartaruga caretta caretta che depone le proprie uova, scavando un nido tra le dune delle spiagge. Nidi e uova rischiano di essere inesorabilmente schiacciati da questi mezzi pesanti.
Le ruspe distruggono anche le piante che hanno sviluppato ambienti perfetti per la loro sopravvivenza. Il giglio di mare e il pancrazio vengono spazzati via dai mezzi cingolati, per lasciare spazio alla balneazione.
Pulire le spiagge con mezzi meccanici invasivi significa causare la distruzione degli habitat indispensabili ad alcune specie per la propria sopravvivenza.
Le dune sabbiose non vanno toccate, anche perché rappresentano il più importante strumento che la natura realizza, per arginare l’erosione costiera.
Condotta fognaria in pericolo a San Leone, l’appello di Mareamico
Alcune settimane fa, la forza del mare ha disancorato e spezzato la guaina in ferro, posizionata da AICA a difesa della fognatura di San Leone. Mareamico fa un nuovo appello al Comune di Agrigento e all’AICA affinché risolva per sempre questa grave criticità del sistema fognario, allontanando la condotta dal mare, prima che la stessa si rompa e provochi un nuovo disastro per il mare di San Leone.
Non è la prima volta che a San Leone ci sono problemi fogniari. Potenziale inquinamento da fogne sfociate a mare in Sicilia. In estate erano bastati 5 minuti di pioggia per far scoppiare le fognature nella zona del villaggio Mosè nella zona di San Leone. “Questo accade – secondo l’associazione ambientalista di Mareamico – per colpa dei numerosi by-pass tra le condotte di acque bianche e le acque nere”.
Questa miscela maleodorante e pericolosa è arrivata nel torrente Canne, sulla spiaggia delle dune e quindi in mare. “Un disastro – aggiungono gli ambientalisti -. Pertanto risulta necessario effettuare gli opportuni prelievi in mare al fine di accertare la balneabilità della zona”.
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