La Procura di Agrigento ha disposto il sequestro dell’impianto di depurazione del Comune di Lampedusa e protezione delle acque. Lo rende noto il procuratore Luigi Patronaggio.
Impianti non funzionanti e livelli di inquinamento da batteri fecali 10mila volta superiori ai limiti di legge: è il risultato degli accertamenti della procura di Agrigento. Sono stati questi esiti a convincere la magistratura a disporre il sequestro dell’impianto. I magistrati hanno anche disposto la notifica di 13 avvisi di garanzia e sequestrato 600 tonnellate di materiali.
A procedere, svolgendo l’attività investigativa, sono stati i carabinieri del centro Anticrimine natura e i militari della
Guardia costiera. Fra i 13 indagati dalla Procura di Agrigento figurano anche l’ex sindaco Giusi Nicolini e l’attuale capo dell’amministrazione comunale Totò Martello. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’inquinamento ambientale al falso, dalla truffa, all’omissione d’atti d’ufficio e alla frode in pubbliche forniture.
Oltre ai due sindaci, sono 11, fra dirigenti di Regione e Comune e responsabili delle ditte che avrebbero dovuto fare i lavori di sistemazione dell’impianto di depurazione di Lampedusa, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati per le presunte irregolarità nel funzionamento del depuratore.
Si tratta di Maurizio Pirillo, 56 anni, ex direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicila; Felice Ajello, 60 anni, direttore dei servizi attuativi della gestione del servizio idrico della Regione; Salvatore Stagno, 47 anni, responsabile unico del procedimento relativo al rinnovo del depuratore; Giuseppe Tornabene, 64 anni, direttore dei lavori; Giuseppe Dragotta, 62 anni, direttore dei lavori; Manlio Maraventano, 50 anni, ex dirigente dell’Utc di Lampedusa; Francesco Brignone, 55 anni, ex dirigente Utc; Calogero Fiorentino, 61 anni, ex dirigente dell’Utc; Sonja Nunziatina Cannizzo, 48 anni, amministratore della Nuroni Srl, società che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore dell’isola; Luigi Fidone, 43 anni, direttore tecnico della Nuroni e Giovanna Taormina, rappresentante della Epilscan, società che si occupava del conferimento dei rifiuti sull’isola che avrebbe creato una discarica abusiva.
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