La casa museo Pirandello ad una società cooperativa privata per la sua gestione. La denuncia è del Cobas/Codir che parla anche di presunte violazioni in questo provvedimento. “Con una semplice nota riportante, tra l’altro, anche aggiunzioni grafiche manoscritte, consegnata brevi manu al personale del museo casa natale ‘Luigi Pirandello’, il direttore del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento ha disposto che tutti i dipendenti di ruolo, alla fine di ciascun servizio notturno, dovranno consegnare il museo nelle mani della società CoopCulture, demandando la sua tutela, durante i turni diurni e pomeridiani, a privati”. A dichiararlo sono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir, movimento che aderisce al Cobas/Codir.
Personale di ruolo esautorato?
“Tale disposizione – proseguono i sindacalisti – di fatto esautora il personale di ruolo della pubblica amministrazione regionale e consegna il museo casa natale Luigi Pirandello nella mani di una società gestita da privati, violando gli articoli 9 e 118 della Costituzione Italiana, l’articolo 2 del Decreto Legislativo 20 ottobre 1998, n.368, nonché l’articolo 3 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 noto come il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”. La tutela dei siti della cultura, secondo l’organizzazione di categoria, consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette ed è materia di esclusiva di competenza statale: “Nel caso della Regione Siciliana, di competenza regionale, esercitabile esclusivamente dal personale di ruolo della pubblica amministrazione regionale, non potendo assolutamente essere demandata a soggetti privati”.
L’appello all’assessore
“Invitiamo – concludono Michele D’Amico e Simone Romano – l’assessore regionale ai Beni culturali e dell’Identità siciliana che in Sicilia, grazie allo statuto speciale di cui gode la medesima Regione, esercita gli stessi poteri del ministro della Cultura, a intervenire con la celerissima urgenza che il caso impone, al fine di porre fine alla violazione costituzionale e della normativa di settore”.
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