In manette due giovani autori di rapine violente nell’Agrigentino. Non esitavano a rifilare calci e pugni alle vittime per impossessarsi dei soldi che avevano in tasca e dei loro oggetti preziosi o telefoni.
Le misure cautelari
La polizia ha arrestato un guineano di 21 anni e un romeno di 18. Si è dato seguito ad un’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Agrigento. le accuse sono di rapina aggravata e lesioni personali dolose.
La violenza
Ai due indagati contestati quattro assalti commessi nel centro di Canicattì, fra la villa comunale e le vie Minniti e Massimo D’Azeglio. Per rapinare le vittime di portafogli e telefoni cellulari i due facevano ricorso alla violenza. Questo quanto emerge dalla ricostruzione delle indagini. Documentate “violente colluttazioni” che hanno procurato ferite alle vittime, medicate in ospedale. Il provvedimento cautelare eseguito da poliziotti del commissariato di Canicattì, diretto da Francesco Sammartino.
I fratelli di Gela
Il ricorso alle rapine violente spesso caratterizza la cronaca siciliana. Nei giorni scorsi sempre la polizia ha messo le mani su due fratelli che a Gela, nel Nisseno, erano diventati un incubo dopo aver messo a segno a ripetizione furti e rapine anche violente. Una spiccata propensione a delinquere dei due giovani che hanno anche fatto ricorso alla violenza. Come in un caso quando hanno tentato di rapinare una persona e hanno fatto ricorso a calci e pugni causandogli lesioni.
L’anziana ridotta in fin di vita
Nel dicembre scorso la polizia ha fatto luce nel Trapanese su due violente rapine avvenute a cavallo tra gli scorsi mese di settembre e novembre. Si è dato un nome e un volto alle persone che aggredirono due donne anziane, in un caso addirittura ridotta in fin di vita a causa delle lesioni. Due episodi di estrema crudeltà che scossero le comunità cittadine. La rapina più violenta avvenne a settembre, ad essere aggredita una donna di 73 anni che viveva da sola nell’abitazione. Per le gravi lesioni subite, era giunta in prognosi riservata al pronto soccorso del nosocomio marsalese dove era rimasta ricoverata per circa un mese.
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