La sanatoria di un immobile secondo il Tar può essere concessa solo se tutti i proprietari sono d’accordo. Dalla Sicilia arriva un caso singolare ma non certamente il primo che si verifica in Italia. Il tribunale amministrativo di Palermo si è pronunciato sostenendo che nessuna sanatoria può essere concessa in caso non ci sia unità d’intenti fra tutti i titolari di quella concessione edilizia. Un caso destinato a far giurisprudenza e che vede come teatro la Sicilia, per l’esattezza la provincia di Agrigento.
Tutto nasce quando i coniugi A.S. e D.C. chiedono al Comune di Burgio il rilascio del titolo edilizio in sanatoria. In pratica si volevano sanare alcune opere di ampliamento e sopraelevazione di un fabbricato rurale. Il Comune ha però respinto la pratica motivando che non tutti i proprietari dell’immobile sarebbero stati d’accordo. “Le memorie presentate non consentono di definire la fattispecie della questione – si leggeva nel provvedimento degli uffici – in quanto trattasi di comproprietari ed in totale disaccordo. Si ritiene che in assenza di un titolo di proprietà esclusiva non si possa procedere al rilascio della concessione edilizia in sanatoria”.
A quel punto i coniugi hanno deciso di impugnare l’atto e presentare ricorso al Tar della sezione di Palermo per ottenere la sanatoria. Asserivano che i responsabili dell’abuso, cioè loro stessi, erano legittimati a chiedere la concessione edilizia in sanatoria anche senza il consenso degli altri comproprietari. A sua volta il comproprietario dell’immobile in disaccordo con marito e moglie, M.C. difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Rosario De Marco Capizzi, ha proposto un atto di intervento ad opponendum nel giudizio. In pratica ha chiesto il rigetto del ricorso. Nel contempo ha chiarito la sua posizione: lui vuole semmai la rimozione degli abusi edilizi commessi dai coniugi e non la loro sanatoria. Inoltre ha prodotto copiosa documentazione su precedenti giudizi di Tar e Cga che confermano l’impossibilità ad un rilascio della sanatoria senza il consenso di tutti i proprietari dell’immobile.
Il Tar, accogliendo i rilievi degli avvocati Rubino e De Marco Capizzi, ha da un lato affermato la legittimazione ad intervenire nel giudizio di M.C. Dall’altra ha respinto il ricorso presentato da A.S. e D.C. ribadendo il principio secondo cui la richiesta di concessione in sanatoria presuppone il consenso, quanto meno implicito, di tutti i comproprietari.