Bufera su alcune scuole in provincia tra Agrigento e Ragusa. Diplomi di maturità fasulli rilasciati grazie alla complicità di pubblici ufficiali, tra cui presidi e insegnanti. E’ quanto scoperto dalla Procura di Agrigento che ha disposto il sequestro di 22 diplomi di scuola superiore.
I magistrati parlano di “dimostrata ed incondizionata connivenza di pubblici ufficiali, preside e insegnanti, ed incaricati di pubblico servizio (personale di segreteria) appartenenti a quattro distinti istituti paritari”.
La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha ritenuto “gravi gli indizi di colpevolezza acquisiti agli atti dell’indagine e ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di 22 diplomi di scuola media superiore irregolarmente conseguiti nell’anno scolastico 2014/2015 da altrettanti studenti”.
La Procura farà domani una conferenza stampa al Palazzo di Giustizia nel corso della quale “verranno illustrate nel dettaglio le risultanze dell’Operazione “Diplomat” eseguita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Ragusa, espletata nell’ambito di un procedimento penale inizialmente incardinato presso la Procura di Ragusa e successivamente trasferito, per competenza territoriale alla Procura di Agrigento.
“Dalle risultanze delle indagini è stato possibile individuare sul territorio regionale la presenza di un sodalizio criminale, dedito alla commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione e la Fede Pubblica, con particolare riferimento all’indebito rilascio di diplomi di maturità, il tutto grazie alla dimostrata ed incondizionata connivenza di pubblici ufficiali ed incaricati di pubblico servizio appartenenti ai quattro distinti istituti paritari – ribadiscono gli inquirenti – In particolare, gli investigatori hanno controllato le attività di un centro d’istruzione, non riconosciuto dalle autorità scolastiche, che aveva base logistica a Ispica (Ragusa) e saldi rapporti con scuole paritarie ubicate in provincia di Agrigento (Licata e Canicattì) e Catania”. Nel corso del servizio sono stati sottoposti a sequestro probatorio ingenti somme di denaro
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