Un bambino di 4 anni, finito in acqua a causa del barchino che s’è ribaltato al largo di Lampedusa, è stato salvato appena in tempo dai militari della Capitaneria di porto.
Il piccolo era già colato a picco e rischiava di annegare, i militari lo hanno salvato e quando lo hanno adagiato sulla motovedetta gli sono state praticate manovre rianimatorie.
Sbarcato sul molo Favarolo, il bimbo, in condizioni preoccupanti, è stato trasferito al Poliambulatorio dove, dopo alcune ore, il piccolo è stato stabilizzato e poi si è ripreso.
La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato dopo che a molo Favarolo è arrivato il cadavere di un ventenne. La Guardia costiera, ieri, al largo di Lampedusa, ha soccorso 55 migranti, fra cui 11 donne e 4 minori, finiti in acqua. Il natante di 7 metri, partito da Sfax in Tunisia, sul quale viaggiavano si è, all’improvviso, ribaltato, facendo finire tutti gli occupanti in acqua.
Secondo le prime testimonianze raccolte, non vi dovrebbero essere dispersi. Il cadavere del ventenne, originario del Burkina Faso, è stato recuperato.
Lo sbarco è avvenuto in due distinti momenti. Il primo poco dopo le 7 quando sono scesi dalla motovedetta italiana 66 persone. Il secondo sbarco è avvenuto dal pattugliatore portoghese che ha condotto in porto 98 persone. Provengono da Afghanistan, Siria, Bangladesh, Iran, Iraq, Egitto, Kuwait, Palestina, Myanmar, Quwait, Palestina. Tra i migranti anche 50 minori di cui 32 non accompagnati e 18 donne tra cui una incinta portata in ospedale. Il fatto che abbiano viaggiato su uno Yacht riporta alla mente le parole pronunciate da uno dei sopravvissuti al naufragio di Cutro nel corso del recente incidente probatorio nel procedimento contro i presunti scafisti che ha raccontato come sul caicco avevano girato dei video promozionali inneggiando al nome del trafficante che organizzava le traversate verso l’Europa quasi come se fossero in crociera.