Una bambina di 4 anni è caduta in mare ed è annegata perché durante la navigazione di un barchino, sul quale si trovava assieme ad altre 34 persone, l’equipaggio di un peschereccio tunisino ha tentato di rubare il motore della barca in ferro di 7 metri, partita da Sfax. Un tentativo di furto che ha provocato la caduta in acqua della piccola. Il corpo non è stato recuperato. E’ successo in area Sar italiana. L’imbarcazione è stata poi soccorsa dalla nostra Guardia costiera e dalla Guardia di finanza.
Sono stati alcuni dei 34 migranti soccorsi (4 uomini, 27 donne e 3 minori) a raccontare ai militari delle motovedette Cp319 della Capitaneria e Pv8 della Guardia di finanza la tragedia a cui hanno assistito e che è costata la vita alla bambina di 4 anni. Glim appartenenti al gruppo soccorso hanno riferito di essere originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea e Sierra Leone e d’aver pagato 2 mila dinari per la traversata cominciata alle ore 4 di giovedì da Sfax, in Tunisia. I 34 migranti sono stati già sbarcati al molo Favaloro di Lampedusa. Nelle prossime ore, tutti gli adulti verranno ascoltati dai poliziotti della Squadra Mobile che sono in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola che proveranno a fare chiarezza sull’accaduto.
Non è la prima volta che nel canale di Sicilia si registrano furti di motore dei barchini, carichi di migranti, in navigazione. Già lo scorso 26 marzo, un natante di 7 metri con a bordo 42 persone venne trovato alla deriva e senza motore. A detta dei migranti, un peschereccio tunisino li aveva abbordati e alcune persone, verosimilmente facenti parte dell’equipaggio, avevano rubato il motore. Non è escluso che episodi del genere possano anche essersi verificati in passato, ma fino al 26 marzo nessuno dei migranti che erano su barchini trovati senza motore ne ha mai parlato.
Un barchino di 7 metri è affondato, la notte scorsa, in area Sar italiana. Quarantasei i migranti, compresi sette minorenni e 13 donne, salvati da militari della motovedetta Cp319 della Guardia costiera. Vi sarebbero però anche tre dispersi, tra cui la mamma di un neonato. Sono in corso le ricerche in mare aperto. I naufraghi, originari di Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Gambia, sono stati sbarcati poco prima di mezzanotte e mezza a molo Favarolo di Lampedusa. Hanno riferito di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle 21 di venerdì scorso e d’aver pagato 2mila dinari per la traversata.
“Commuove la vicenda del bimbo che ha perso la mamma nel naufragio della scorsa notte a Lampedusa. Ringrazio vivamente i agenti di polizia della Questura di Agrigento in servizio all’hot spot dell’isola che hanno accudito e si sono presi cura per tutta la notte del piccolo orfano. Il loro gesto carico di profonda umanità, nonostante la criticità del momento che vede nell’isola un susseguirsi di sbarchi, è oltremodo lodevole. La Sicilia è anche questo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Si sono avvicendati, per tutta la notte e ancora adesso, tenendo in braccio il piccolo Ismaele, prima a molo Favarolo, poi fra i corridoi del Poliambulatorio. Il bambino che ha perso la mamma nell’ultimo naufragio di un barchino e che ha circa 6 mesi, è stato coccolato e riempito d’affetto dai poliziotti che sono in servizio all’hotspot di Lampedusa.
Agenti e funzionari che sono abituati a gestire, con attenzione e celerità, il fenomeno dell’immigrazione, durante la notte davanti a quegli occhioni pieni di lacrime si sono inteneriti e subito mobilitati. Il vicequestore aggiunto Francesco Sammartino, funzionario di turno della Questura di Agrigento all’hotspot di contrada Imbriacola, ha comprato latte, pannolini, un paio di giochini per neonati e una crema per le gengive.
Perché Ismaele, per tutta la notte, ha pianto ed era fortemente infastidito non perché vedesse attorno a se delle facce sconosciute ma perché sta mettendo i dentini ed ha forti dolori. A cercare di distrarlo, giocando con lui e manifestandogli tutto l’affetto di cui la polizia italiana è capace, ci hanno pensato gli uomini della Questura di Agrigento.
E’ stata informata anche la Procura dei minorenni presso il tribunale di Palermo. I servizi sociali del Comune di Lampedusa sono stati contattati dalla referente di Save the Children che opera a Lampedusa e si occupa anche di minori non accompagnati. Eventualmente si procederà a collocare il bambino in una idonea struttura. Ma in queste ore, dopo che la storia di Ismaele sta facendo il giro dei notiziari, sono tante le disponibilità che stanno arrivando. E fra queste, quella immediata è stata di una donna, medico in servizio al pronto soccorso di Lampedusa, che s’è detta pronta a prenderlo in affido.
“È un misto di orgoglio e tristezza quella che proviamo, oggi, con i miei poliziotti. Orgoglio per essere sempre dove c’è bisogno e tristezza per i drammi cui assistiamo”. Lo ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, commentando la storia del piccolo Ismaele, subsahariano di 6 mesi, che ha perso la mamma ieri sera durante il naufragio del barchino sul quale viaggiavano con direzione Lampedusa. Proprio i poliziotti che sono in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola, si sono mobilitati per aiutare il piccolo, comprando latte, giochini, pannolini e medicinali, quanto per provare a capire se fra i 46 naufraghi vi sia un familiare prossimo. “Ci resta la soddisfazione e la crescita interiore che ci danno il sorriso innocente e sincero di Ismail con cui ci impegniamo, come Paese, a offrire una vita di dignità e diritti – ha aggiunto il questore Ricifari – . Quella di un grande Paese con una Costituzione figlia della cultura di accoglienza”.