Il gup del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha rinviato a giudizio un settantenne di Montallegro, nell’agrigentino, accusato di atti sessuali con minorenni. L’uomo lo scorso anno era stato arrestato dai carabinieri, coordinati dal maggiore Marco La Rovere che è a capo della compagnia di Agrigento, perché adescando una bambina di 9 anni con caramelle, bracciali e 5 euro l’ha portata nel garage di casa.
La conferma delle accuse
La bimba ha confermato le accuse nel momento in cui è stato posto in essere l’incidente probatorio che si è celebrato nei mesi scorsi. La piccola ha raccontato di essere stata invitata dal settantenne nel suo garage di casa con la promessa che le avrebbe dato caramelle, bracciali e qualche euro. La vittima ha poi riferito che una volta dentro è stata baciata e palpeggiata e a quel punto immediatamente si catapultata dentro casa dell’anziano dove c’era la moglie. Nel pomeriggio, però, la scena si sarebbe ripetuta.
Un’associazione parte civile
Queste circostanze sarebbero state confermate anche dalla sorella della vittima, pure lei sentita nel corso dell’incidente probatorio. Nel procedimento si è costituita parte civile l’associazione Focus Group rappresentata dall’avvocato Angela Riggio.
Altra vicenda giudiziaria di questi giorni
Proprio in questi giorni si è conclusa una vicenda giudiziaria che ha visto protagonista un’altra minorenne. Una donna di Lascari, nel palermitano, è stata assolta dall’accusa di aver indotto una minore alla prostituzione. La terza sezione penale collegiale del tribunale di Palermo l’ha assolta perché “il fatto non sussiste”. L’imputata finì sotto processo perché accusata inizialmente dalla stessa ragazzina. Eppure proprio questa donna aveva fatto venir fuori la vicenda, denunciando tutto ai carabinieri. La vicenda trae spunto da un’indagine dei carabinieri, partita in seguito a quanto raccontato da questa donna che poi è finita sotto processo e adesso assolta. In pratica la figlia era amica di questa ragazzina e frequentava casa dell’imputata la quale venne a scoprire alcuni messaggi e foto nel cellulare della ragazzina. Si mise in allarme e prima andò a parlare con la madre della stessa giovane, quindi decise di andare alla stazione dei carabinieri per raccontare tutto.
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