Abdesalem Lassoued, l’attentatore tunisino che ieri ha ucciso due persone a Bruxelles, è arrivato a Lampedusa nel 2011 a bordo di un barchino. Dopo una permanenza in Italia è andato in Svezia, da dove sembra sia stato espulso.
Tornato in Italia, nel 2016 è stato identificato a Bologna dalla Digos come radicalizzato: aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. L’uomo è stato monitorato anche dall’intelligence. In seguito è andato in Belgio. Non si esclude che ieri abbia colpito proprio due svedesi per il malcontento che provava verso il Paese da cui era stato espulso.
Arrivato a Lampedusa con un altro alias
E’ attraverso il raffronto delle impronte digitali che la Digos della Questura di Agrigento è riuscita ad accertare che Lassoued, era arrivato a Lampedusa ma usando un altro alias. Tutti i migranti maggiorenni che sbarcano, tanto a Lampedusa quanto nel resto della penisola, vengono fotosegnalati e sottoposti al rilievo delle impronte digitali. Impronte che che permetteranno di risalire, nonostante i numerosi alias che alcuni migranti utilizzano, a quando e dove l’immigrato è giunto in Italia.
Indagini sulla rete italiana dell’attentatore di Bruxelles
I carabinieri del Ros stanno lavorando d’intesa con la Digos e l’autorità giudiziaria di Bologna per ricostruire il percorso fatto in Italia dall’attentatore tunisino. Uno degli obiettivi è di riuscire a risalire alla sua rete di conoscenze in Italia.
Tardino, “Terrorista arrivato su barcone, smentite bugie della sinistra”
“E’ notizia confermata che l’attentatore di Bruxelles è arrivato in Europa sbarcando nel nostro Paese nel 2011, a Lampedusa a bordo di un barchino. Un particolare che ci preoccupa ma, purtroppo, non ci stupisce. Ancora una volta, viene clamorosamente smentito il mantra della sinistra, che da anni continua a ripetere che i terroristi non arrivano in Italia con i barconi. E’ una notizia di una gravità enorme, che conferma tutte le nostre preoccupazioni riguardo all’immigrazione clandestina e senza limiti. Quanti altri jihadisti sono arrivati in Italia e in Europa in questo modo, pronti a colpire e portare il terrore nelle nostre città? I tragici fatti di Bruxelles sono un campanello d’allarme che non si può e non si deve ignorare. Per la sicurezza dei nostri cittadini, serve proteggere i confini italiani ed europei e fermare le partenze, subito”. Così in una nota Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana della Lega, coordinatrice Id in commissione Libe, commissario Lega Sicilia.
Il terrorista morto dopo una sparatoria in un bar
C’è stata una sparatoria in un bar di Bruxelles tra la polizia e un uomo, il responsabile dell‘attentato di ieri sera nella capitale belga. Lo ha confermato il ministro presidente della Regione di Bruxelles – Capitale, Rudi Vervoort.
L’attentatore, Abdesalem Lassoued, migrante tunisino di 43 anni, che si è definito aderente dello Stato Islamico, è morto dopo essere stato ricoverato in un reparto di rianimazione.
La polizia lo ha trovato grazie alla segnalazione di un testimone: c’è stato uno scontro fuoco e l’uomo è stato “neutralizzato”. Trovata anche un’arma dello stesso tipo di quella usata per compiere l’attacco, che ha causato la morte di due svedesi, poco prima della partita di calcio tra il Belgio e la Svezia. L’uomo avrebbe avuto un arresto cardiaco durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale.
Ieri la strage, “Ho ucciso per vendicare l’Islam”
Ieri l’attentato quando due turisti svedesi sono stati uccisi a colpi di kalashnikov da Lassoued che è poi fuggito a bordo di uno scooter e ha rivendicato l’attacco ed avrebbe gridato “Allah akbar”, poi affermò attraverso un video diffuso sui social di avere compiuto la strage per “vendicare i musulmani. Viviamo e moriamo per la nostra religione”.
Commenta con Facebook