- Semplificare i Lavori Pubblici: gli architetti agrigentini lanciano un appello al Governo
- Obiettivo far ripartire un settore che, sul territorio agrigentino, negli ultimi 10 anni ha perso 4.300 posti di lavoro
- Per gli architetti agrigentini è necessaria un’immediata ripartenza
È grave la crisi nel campo dell’edilizia che, negli ultimi lustri, aveva già notevolmente interessato la provincia di Agrigento. In provincia sono infatti 4.300 i posti di lavoro del settore delle costruzioni durante gli ultimi dieci anni, secondo i dati censiti dalla Cassa Edile, che ha registrato anche la chiusura di 707 imprese e la perdita di circa 23 milioni di euro di salari. Per rilanciare il settore, il Governo nazionale sta lavorando a un nuovo decreto legge per una semplificazione dei lavori pubblici che guarda soprattutto agli appalti, ma “continua a ignorare altre fasi importanti nell’esecuzione delle opere pubbliche”, dicono gli architetti.
“Emendamenti al codice dei contratti”
“Bisogna intervenire con un pacchetto organico di emendamenti al codice dei contratti, finalizzato alla semplificazione dell’intero processo di esecuzione dei lavori pubblici: dalla programmazione al collaudo dei lavori. Non basta accelerare gli affidamenti se l’esecuzione dei lavori continua a essere paralizzata, già a monte, da una lunga programmazione e da complicate procedure di redazione e approvazione dei progetti e, a valle, da collaudi che vengono redatti, sempre più frequentemente, dopo tanti anni dalla fine dei lavori, magari quando le opere pubbliche sono già fatiscenti”, lo dice il neoeletto presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento Rino La Mendola.
No al modello Genova
Gli architetti sostengono che pensare alle procedure emergenziali utilizzate per la ricostruzione del ponte di Genova come un modello a cui fare riferimento in regime ordinario è assurdo, in quanto le regole e i principi della libera concorrenza e della trasparenza nei lavori pubblici sono fondamentali. “La velocità delle procedure – sottolinea La Mendola – può essere garantita anche utilizzando strumenti come il concorso di progettazione a due gradi che garantisce libera concorrenza e qualità del progetto. Tale procedura è stata infatti utilizzata, con successo, proprio a Genova, non per la ricostruzione del ponte, ma per la riqualificazione dell’area del “Polcevera”, devastata dal crollo dell’infrastruttura”.
L’appello al Governo
Gli architetti agrigentini, per superare una crisi del settore che sta colpendo in modo particolare liberi professionisti e imprese che operano in provincia, lanciano un appello al Governo nazionale affinché da un lato venga finanziato un fondo di rotazione che punti a un modello innovativo per alimentare gli incarichi ai liberi professionisti e, dall’altro, affinché il nuovo decreto legge possa introdurre una serie di dispositivi, finalizzati a modificare il codice dei contratti per rilanciare la centralità del progetto e garantire la semplificazione dell’intero iter di esecuzione delle opere pubbliche: dalla programmazione al collaudo dei lavori.
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