Gremita la chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Agrigento dove oggi pomeriggio, mercoledì 23 ottobre, si sono svolti i funerali di Patrizia Russo, uccisa a Solero dal marito. I due erano originari della città siciliana: si erano trasferiti in provincia di Alessandria lo scorso anno perché la donna, 53 anni, era insegnante di sostegno nelle scuole medie del paese dell’Alessandrino.

Presenti anche il sindaco di Solero, Andrea Toniato, e il parroco della chiesa di San Perpetuo don Mario Bianchi. In prima fila anche i giovani figli: Giuliana e Francesco.

L’omelia di Don Cumbo

“Il Signore ci aiuti a capire che chi provoca la morte in qualche modo la morte ce l’ha dentro. Tutti quelli che sono morti nel corpo e nello spirito meritano di poter risorgere prima che sia troppo tardi”, le parole nell’omelia pronunciata dal vicario generale dell’arcidiocesi di Agrigento, don Giuseppe Cumbo. Oggi il Comune siciliano ha proclamato il lutto cittadino, con un minuto di silenzio e le bandiere a mezz’asta.

La comunità agrigentina ha fortemente voluto salutare Patrizia. Due giorni fa nella chiesa della Badiola, nel quartiere in cui la donna era cresciuta, si era tenuta una commemorazione e in quella occasione era persino stata lanciata una sottoscrizione per il rientro della salma che oggi ha trovato proprio ad Agrigento l’ultimo saluto della sua comunità.

Chi era Patrizia Russo

Si chiamava Patrizia Russo e aveva 53 anni l’ultima vittima di femminicidio in Italia: è stata uccisa a coltellate all’alba di mercoledì 16 ottobre, a Solero, nell’Alessandrino, dal marito Giovanni Salamone, 61 anni. Dopo aver compiuto il delitto, nella camera da letto della loro abitazione in via Cavolo, ha chiamato i carabinieri annunciando di aver ucciso la moglie.

I due, che hanno due figli, uno residente all’estero, in Spagna, e l’altra a Pisa, si erano trasferiti in Piemonte da un anno dalla Sicilia. Proprio nei giorni scorsi erano stati ad Agrigento ed erano tornati ieri, poche ore prima della tragedia, scaturita probabilmente al culmine di una lite.

La vittima era una insegnante di sostegno della scuola media del Paese. Prima di oggi lei e il marito, come ha detto il sindaco di Solero, Andrea Toniato, “erano una coppia normale come tante, che cercava di integrarsi in paese intrattenendo rapporti con il vicinato e frequentando la parrocchia”. Poi ha aggiunto: “Io li conoscevo di vista, ma nessuno pensava che potesse esserci un episodio di questo tipo legato a queste due persone. Non c’era niente di tutto questo, Patrizia era benvoluta anche dalle colleghe e dai ragazzi della scuola, quindi diciamo assolutamente niente di particolare nella loro situazione familiare”.

La comunità agrigentina ha fortemente voluto salutare Patrizia. Due giorni fa nella chiesa della Badiola, nel quartiere in cui la donna era cresciuta, si era tenuta una commemorazione e in quella occasione era persino stata lanciata una sottoscrizione per il rientro della salma che oggi ha trovato proprio ad Agrigento l’ultimo saluto della sua comunità.

Il mistero del movente

Resta, intanto, il mistero intorno al movente del delitto. Insegnante di sostegno lei, agricoltore e attivista lui, non avevano mai lasciato trasparire tensioni che potessero sfociare in questa tragedia. Gli inquirenti stanno cercando di individuare eventuali tensioni o problematiche pregresse che possano aver portato al delitto. L’attenzione è rivolta al recente trasferimento, che potrebbe aver rappresentato un momento di forte stress per la coppia. Ma questo non basta a spiegare l’accaduto.