ROMA (ITALPRESS) – “Se vogliamo aumentare il Pil dobbiamo creare quel welfare particolare affinchè le donne possano lavorare. Nello stesso tempo dobbiamo rivedere il costo del lavoro e dare forza agli stipendi che sono bassi”. Così Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e di Cida, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress.
Gli ultimi dati sull’occupazione sono positivi. “Prendiamo bene questo dato positivo – ha affermato -, è l’inizio di una grossa ascesa che si deve fare. Le decisioni di questo governo nei prossimi mesi saranno importanti per capire come andrà questa crescita e che politica industriale si vuole fare in questo paese. Dobbiamo ritornare a fare politica industriale ed essere uno tra gli Stati più importanti al mondo sull’industria. Lo eravamo e dobbiamo tornare a esserlo con scelte coraggiose”.
Con Manuela Perrone, Cuzzilla ha scritto il libro “Il buon lavoro. Benessere e cura delle persone nelle imprese italiane”, edito da Luiss University Press. “La persona – ha spiegato – è al centro delle imprese e della società. Quanto accaduto è come una tempesta perfetta che però non è finita: la crisi pandemica, quella bellica, energetica e di approvvigionamenti. Tutto questo ha portato a un ripensamento del mondo del lavoro, che parte dalla persona. Poi ci sono stati fenomeni che sono scoppiati come 1,6 milioni di dimissioni da posti fissi tra 2022 e 2023. La gente sta ripensando il proprio modo di lavorare”.
Per Cuzzilla, quindi, “dobbiamo mettere al centro la persona. I manager si stanno interrogando per disegnare un modello di business completamente diverso dove si lavora in team e si dà una formazione continua. Il lavoro deve tornare a essere un punto di riferimento”.
C’è anche la questione dell’occupazione femminile. “Oggi – ha affermato – lavora una donna su due e molte volte quando ha figli rinuncia al lavoro. E’ un dramma che non ci possiamo permettere, è un dato catastrofico del nostro paese”. Secondo il presidente di Federmanager occorre dare un “supporto di welfare alle donne” altrimenti non ci sono “donne nei posti di vertice, cioè governance miste che servono per mandare avanti bene le aziende, e nello stesso tempo perdiamo anche un’altra occasione perchè se non ci sono situazioni di welfare giusto non ci sono nascite”. La donna è quindi “centrale”: “Questo è un tema a cui le aziende e le istituzioni devono dare la preferenza assoluta”, ha detto.
Inoltre, “abbiamo un Servizio sanitario nazionale eccellente – ha evidenziato – ma ormai serve una sanità integrativa. Su questo si deve lavorare di più con le istituzioni e lo stiamo facendo anche con le parti datoriali, per una defiscalizzazione maggiore degli importi che vengono messi”, ha aggiunto parlando anche di “previdenza integrativa”. “Oggi – ha continuato – abbiamo un attacco fortissimo al ceto medio e al discorso pensionistico e su questo stiamo lavorando come Cida per raccogliere firme e chiedere attenzione alle istituzioni. Il ceto medio era la parte forte di questo paese e oggi si sta impoverendo”.
Per Cuzzilla “il welfare giocherà una partita importante. Fatto bene e defiscalizzato dà un’armonia all’azienda, nello stesso tempo fa sentire coperti per le cose importanti della vita: la parte sanitaria, quella previdenziale e quello che riguarda le donne sul lavoro. Lavoreremo tantissimo per incentivare questo”.
“L’impresa – ha affermato – ha un costo del lavoro troppo alto e i lavoratori prendono stipendi troppo bassi. Questo non è competitivo, non ci dà speranze per il futuro e porta le persone qualificate ad andare in altri lidi. Il discorso ceto medio è anche più grave dal punto di vista sociale”.
“La politica, anche questo governo – ha aggiunto -, ci ha ascoltato però nella prossima finanziaria vogliamo vedere un cambio di rotta. Non si può sempre prendere dagli stessi. L’evasione fiscale è arrivata a livelli fuori misura. Oggi andiamo a prendere i soldi solo dove sono sicuri, sempre in quella fascia. Va fatta una lotta all’evasione seria, un ragionamento di posizione degli stipendi delle persone, un costo del lavoro inferiore, defiscalizzare. Le gare sono europee e internazionali e noi non siamo competitivi perchè abbiamo un costo dell’energia e del lavoro troppo alto”.
La percezione nei confronti del manager sta cambiando. “Dal punto di vista imprenditoriale si sta concependo il manager come colui che può portare avanti l’azienda”, ha sottolineato, spiegando che il cambiamento è avvenuto anche dal punto di vista dei lavoratori: “Il manager – ha detto – è una figura importante e anche per i lavoratori sta diventando la figura che può traghettare il nuovo modo di lavorare”.
Gli ultimi dati sull’occupazione sono positivi. “Prendiamo bene questo dato positivo – ha affermato -, è l’inizio di una grossa ascesa che si deve fare. Le decisioni di questo governo nei prossimi mesi saranno importanti per capire come andrà questa crescita e che politica industriale si vuole fare in questo paese. Dobbiamo ritornare a fare politica industriale ed essere uno tra gli Stati più importanti al mondo sull’industria. Lo eravamo e dobbiamo tornare a esserlo con scelte coraggiose”.
Con Manuela Perrone, Cuzzilla ha scritto il libro “Il buon lavoro. Benessere e cura delle persone nelle imprese italiane”, edito da Luiss University Press. “La persona – ha spiegato – è al centro delle imprese e della società. Quanto accaduto è come una tempesta perfetta che però non è finita: la crisi pandemica, quella bellica, energetica e di approvvigionamenti. Tutto questo ha portato a un ripensamento del mondo del lavoro, che parte dalla persona. Poi ci sono stati fenomeni che sono scoppiati come 1,6 milioni di dimissioni da posti fissi tra 2022 e 2023. La gente sta ripensando il proprio modo di lavorare”.
Per Cuzzilla, quindi, “dobbiamo mettere al centro la persona. I manager si stanno interrogando per disegnare un modello di business completamente diverso dove si lavora in team e si dà una formazione continua. Il lavoro deve tornare a essere un punto di riferimento”.
C’è anche la questione dell’occupazione femminile. “Oggi – ha affermato – lavora una donna su due e molte volte quando ha figli rinuncia al lavoro. E’ un dramma che non ci possiamo permettere, è un dato catastrofico del nostro paese”. Secondo il presidente di Federmanager occorre dare un “supporto di welfare alle donne” altrimenti non ci sono “donne nei posti di vertice, cioè governance miste che servono per mandare avanti bene le aziende, e nello stesso tempo perdiamo anche un’altra occasione perchè se non ci sono situazioni di welfare giusto non ci sono nascite”. La donna è quindi “centrale”: “Questo è un tema a cui le aziende e le istituzioni devono dare la preferenza assoluta”, ha detto.
Inoltre, “abbiamo un Servizio sanitario nazionale eccellente – ha evidenziato – ma ormai serve una sanità integrativa. Su questo si deve lavorare di più con le istituzioni e lo stiamo facendo anche con le parti datoriali, per una defiscalizzazione maggiore degli importi che vengono messi”, ha aggiunto parlando anche di “previdenza integrativa”. “Oggi – ha continuato – abbiamo un attacco fortissimo al ceto medio e al discorso pensionistico e su questo stiamo lavorando come Cida per raccogliere firme e chiedere attenzione alle istituzioni. Il ceto medio era la parte forte di questo paese e oggi si sta impoverendo”.
Per Cuzzilla “il welfare giocherà una partita importante. Fatto bene e defiscalizzato dà un’armonia all’azienda, nello stesso tempo fa sentire coperti per le cose importanti della vita: la parte sanitaria, quella previdenziale e quello che riguarda le donne sul lavoro. Lavoreremo tantissimo per incentivare questo”.
“L’impresa – ha affermato – ha un costo del lavoro troppo alto e i lavoratori prendono stipendi troppo bassi. Questo non è competitivo, non ci dà speranze per il futuro e porta le persone qualificate ad andare in altri lidi. Il discorso ceto medio è anche più grave dal punto di vista sociale”.
“La politica, anche questo governo – ha aggiunto -, ci ha ascoltato però nella prossima finanziaria vogliamo vedere un cambio di rotta. Non si può sempre prendere dagli stessi. L’evasione fiscale è arrivata a livelli fuori misura. Oggi andiamo a prendere i soldi solo dove sono sicuri, sempre in quella fascia. Va fatta una lotta all’evasione seria, un ragionamento di posizione degli stipendi delle persone, un costo del lavoro inferiore, defiscalizzare. Le gare sono europee e internazionali e noi non siamo competitivi perchè abbiamo un costo dell’energia e del lavoro troppo alto”.
La percezione nei confronti del manager sta cambiando. “Dal punto di vista imprenditoriale si sta concependo il manager come colui che può portare avanti l’azienda”, ha sottolineato, spiegando che il cambiamento è avvenuto anche dal punto di vista dei lavoratori: “Il manager – ha detto – è una figura importante e anche per i lavoratori sta diventando la figura che può traghettare il nuovo modo di lavorare”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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