Parlano con voce spezzata i genitori di Andrea Miceli, freddato durante quella che doveva essere una serata di festa. C’è silenzio tra i vicoli monrealesi, 38mila abitanti sotto shock ma l’unica domanda che risuona è: Perché? Si danno conforto tra abbracci e lacrime i parenti del 26enne, un morte brutale che difficilmente un genitore potrà accettare: “Mio figlio non tornerà più” urla la madre mentre si stringe al marito.
“Oggi mi chiedo se educare al rispetto sia diventato un errore”
Una violenza dilagante tra i giovani che non arresta la scia sanguinaria. I genitori, affranti dal dolore, si chiedono l’impossibile: “Oggi mi chiedo se educare al rispetto sia diventato un errore”. Giacomo Miceli punta il dito contro l’assenza di controlli e il degrado che alimenta la violenza giovanile: “Non ho parole per definire chi ha trasformato Monreale in un Far West. Non credo che chi ha sparato avrà il coraggio di costituirsi”.
Le parole degli amici e compagni di squadra
Tra gli amici e i compagni di squadra di Andrea regna il silenzio e l’incredulità. Alcuni ricordano con tristezza la sua passione per il calcio, ma le parole si spezzano subito nel dolore. Anche in piazza, tra i cittadini di Monreale, si respira amarezza e sgomento.
Massimiliano Cangemi, caposquadra di un’azienda di igiene ambientale, racconta: “Appena ho saputo della sparatoria, sono corso fuori: mio figlio era in giro. Siamo terrorizzati. Sembra che la vita oggi non conti più nulla”.
Aumentano gli episodi di microcriminalità
Cangemi sottolinea come Monreale, da qualche tempo, stia vivendo una crescita preoccupante di episodi di microcriminalità e violenza, un cambiamento che era temuto da molti, ma che si è materializzato nel modo più tragico.
Anche Castrenze Ganci, ex comandante dei vigili urbani, non riesce a trattenere la commozione: “Erano tre ragazzi straordinari, figli di famiglie perbene, membri della congregazione del Santissimo Crocifisso. Nei prossimi giorni avrebbero dovuto portare la vara del Santo. Questa città merita più sicurezza, ma purtroppo le telecamere sono poche e cresce la paura tra la gente”.






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