Italia Viva avrà un programma specifico per la Sicilia in vista della regionali del 2027. A dirlo a BlogSicilia nel giorno dello sbarco di Renzi è Dafne Musolino. La senatrice della repubblica negli anni del Covid balzò agli onori delle cronache, come assessore del Comune di Messina, per aver emanato disposizioni ben più restrittive di quelle del Presidente del Consiglio Conte. Allora Messina era la porta d’ingresso della Sicilia ed era retta dal sindaco Cateno de Luca. Eravamo nella fase dei toni urlati che è continuata fino a qualche mese fa per De Luca.
Quando De Luca lasciò ci fu chi la considerava il successore per la sindacatura di Messina ma non lei stessa che, invece, pensava che il posto toccasse alla Previti. Fatto sta che dopo essere approdata al Senato fra Dafne Musolino e Cateno De Luca è esplosa la guerra. Oggi milita nelle fila di Italia Viva al Senato e in Sicilia è spesso al fianco di Davide Faraone nelle proteste di strada contro il governo della Regione. Ospite a Talk Sicilia ci racconta il suo percorso e alla fine ammette c osa c’è in cantiere per il 2027.

La senatrice Dafne Musolino ospite a Talk Sicilia
Senatrice Musolino, si è detto di tutto sul suo addio a Cateno De Luca e sull’adesione a Italia Viva
“In realtà Italia Via è i partito che mi ha garantito la possibilità di continuare a portare avanti quelle che erano le idee per le quali ero stata eletta. Rivendico la mia coerenza in questa scelta. Diversamente dal partito uscente, da Sud chiama Nord, il cui segretario (adesso non è più segretario perché ha fondato un centro studi quindi dice che si è messo da parte dalle cariche politiche) non è chiaro se sta all’opposizione. Così nel suo partito non sanno se sono diventati i migliori amici di Schifani. Fatto sta che comunque io sono rimasta all’opposizione loro non tanto”.
Durante il Covid De Luca e Musolino sembravano le due braccia di uno stesso corpo
“Non è più così. Ma non perché sia cambiata io: è cambiato De Luca e penso che i fatti successivi lo hanno reso evidente a tutti. Nella stagione in cui ero un assessore a Messina avevo molte deleghe ma facevo un grande lavoro in qualche modo di tessitura fra tutte le attività che si svolgevano al Comune quindi mi occupavo anche trasversalmente di tante cose. Poi c’è stata l’emergenza e ho avuto una delega specifica. Facevamo i tavoli con le direzioni sanitarie degli ospedali, tenevamo il conto di quelli che erano i tamponi. Uscì fuori a Messina la vicenda dei tamponi non processati, venne mandato un commissario per cercare di risolvere il problema. Poi ci fu la revoca dell’allora direttore dell’Asp sollecitata da me e da De Luca. Le ordinanze con cui Messina venne dichiarata zona rossa perché avevamo contezza che c’era un numero di contagi altissimo. Dopo tutta questa esperienza vissuta insieme con De Luca ci sono state le elezioni nazionali. De Luca mi ha proposto di candidarmi al collegio uninominale di Messina Enna e c’è stato un grande risultato perché da soli abbiamo battuto tutta la coalizione di centrodestra e anche tutti i candidati del centrosinistra di vari schieramenti. Quindi c’era una bellissima affermazione con quasi 105.000 voti che sono un risultato veramente importante”.
De Luca fonda Ti Amo Sicilia, per fare chiarezza sulle sue intenzioni
“Probabilmente andrà a fare l’assessore dopo il, 2027 .Quindi questo che cosa significa? Significa che stiamo parlando di un soggetto che fino a venti giorni prima di accogliere Schifani a Messina chiamandolo il padre nobile dei siciliani, aveva rivolto, allo stesso Schifani gli epiteti più ingiuriosi. Come nel suo stile peraltro. E improvvisamente dopo venti giorni invece dice io voglio fare un’esperienza amministrativa, un’esperienza di governo e quindi mi rendo disponibile. Se tutti ragionassimo così non ci sarebbe più l’opposizione; staremmo tutti al Governo perché tutti abbiamo l’ambizione di governare”.
La sanità in Sicilia
Una delle grandi battaglie che sta conducendo adesso insieme a Faraone è quella sul funzionamento della sanità siciliana. In un certo senso in continuità con allora
“Per spiegare che la sanità non funziona basta guardare ai dati delle terapie intensive covid che non sono state realizzate”
Su questo c’è uno scontro sui numeri fra Regione e Corte dei Conti
“Ma la verità è nei fatti, perché se fosse come dice Schifani allora ci sarebbero i posti letto che invece non si vedono. Ci sarebbero le strutture, ci sarebbe l’accesso alle cure. Siccome la situazione è invariata e i problemi sono sempre gli stessi e i siciliani continuano ad andare a curarsi fuori regione, mi pare chiaro che le cose stanno come dice la Corte. I nostri conterranei sono costretti a curarsi fuori perché l’alternativa è aspettare per fare una tac, aspettare per fare una risonanza magnetica, aspettare per avere un referto istologico, aspettare per una operazione, aspettare per avviare le cure oncologiche, chemioterapia e radioterapia eccetera eccetera”.
“Io come chiunque, naturalmente, aspetto quando questi mi è possibile, ma ci sono malattie per le quali questa non è un’opzione. Perché l’altro grande dato è il fatto che molti rinunciano alle cure perché non hanno le risorse economiche. In tutto questo, aggiungo, c’è il grande scandalo dei 60 milioni di euro dati con la legge di bilancio ai deputati per le mancette. Tutti i deputati tranne uno”.
“Per carità, astrattamente può anche essere accettabile ma non lo è in una regione in cui non si realizza il piano sanitario, non si investe nella sanità e si destinano soltanto 5 milioni di euro al fondo povertà quando già le domande sostanzialmente lo hanno esaurito. Allora, se c’erano 60 milioni di euro disponibili, tali da poter essere dati così a pioggia per finalità varie e soprattutto in assenza di qualsiasi controllo e criterio di trasparenza, che è quello che ha contestato anche il MEF, allora si sarebbero dovuti impiegare per finalità di interesse pubblico e condiviso, non utilitaristico”.
La politica che non si racconta
Ma Cateno De Luca può essere il grimaldello per scardinare la ricandidatura di Schifani? Almeno questo è quello che ipotizzava qualche giorno fa in questo studio Davide Faraone
“Davide è una persona di grandissima esperienza, oltre che di grandissima intelligenza. Evidentemente per dire questo qualche riflessione l’ha fatta e qualche notizia deve averla avuta. Ma guardiamo ai fatti: non più tardi di meno di due settimane fa Danilo Lo Giudice che è il segretario regionale di Sud chiama Nord ha lanciato la proposta di una candidatura di Galvagno come prossimo Presidente della Regione. Immediatamente smentito dallo stesso Galvagno che si è sentito nella necessità di dire che il prossimo candidato sarà Schifani e successivamente stigmatizzato in questa uscita dallo stesso De Luca che ha detto che quello che dice Lo Giudice non è corrispondente alla linea del partito. Beh questo gioco di incominciare a proporre alternative e indicare altri soggetti non è un espediente nuovo per la politica di Cateno De Luca. Lo ha fatto in tante altre occasioni. Lo ha fatto anche quando si è trattato di candidare il sindaco a Messina dopo di lui. Quindi diciamo che in questo ci potrebbe essere anche una strategia precisa in cui in qualche modo incomincia a destabilizzare gli equilibri il centrodestra.
Il successore di De Luca
Il sindaco, dopo Cateno De Luca a Messina è Federico Basile.
“Si ma questo perché Federico Basile è uscito fuori dal cilindro magicamente la notte del 14 febbraio 2022. Lo ha cercato con la Lanterna, nelle strade e citofoni citofoni… La verità è che per oltre un anno il vice sindaco era stata Carlotta Previti e nulla faceva pensare che non sarebbe stata Carlotta Previti la candidata sindaco. E invece poi, improvvisamente e soprattutto immotivatamente, (non è mai stato spiegato perché non fosse stata lei) la notte del 14 febbraio scopriamo tutti insieme che era Federico Basile. Non lo sapevamo nessuno nella giunta”.
C’è chi dice che volesse essere lei il candidato e l’allontanamento parte da questa scelta
“So che questa è l’ultima narrazione che ha messo in piedi De Luca e la diffonde quando trova spazio. Ci tengo a chiarire che io non ho nessuna risentimento per il fatto di non essere stata candidata sindaco perché questo non è mai stato il mio obiettivo, anzi, ho sempre operato come assessore con assoluta convinzione e soprattutto soddisfazione. Io come tutta la giunta, tra l’altro, ho sempre creduto che la candidata sindaco sarebbe stata la Previti perché lo meritava e perché ritengo che sia il tempo più che maturo perché Messina abbia un sindaco donna e la Previti ha dato grande prova di sé. Quindi le mie considerazioni non derivano da un mio preteso risentimento, come vuole fare credere De Luca. Sono anche stata accusata di essermi prostrata alla politica, di essermi fatta intortare da Renzi, di essere amica di Cuffaro. Ma quello che va alla scuola politica da Cuffaro è lui e non io. Io sono senatrice della Repubblica e sono più che contenta e soddisfatta del ruolo che ricopro”.
Ma forse non è un ruolo che permette di raccogliere voti nel territorio
“Ovviamente è un ruolo che patisce la distanza, anche perché il procedimento di formazione delle leggi è un procedimento lungo, farraginoso e chiaramente questa maggioranza avendo i numeri per potere fare passare i provvedimenti senza bisogno neanche di articolare un confronto con l’opposizione riesce a tenerci in seconda fila. Però piano piano in tanti provvedimenti riusciamo a portare a casa delle cose importanti. Per esempio per quanto riguarda la sanità, grazie all’azione che abbiamo fatto nella Commissione affari costituzionali, dove sono commissaria io, abbiamo portato nel milleproroghe il fondo per aumentare le possibilità dello screening anti rumore per il tumore al seno, per estenderlo sia per la fascia d’età che per la durata degli esami”.
“Non porta voti, certo. Se noi pensiamo che la politica debba essere sempre in qualche modo uno scambio allora ha ragione De Luca quando dice io voglio governare perché se non governo non porto risultati e se non porto risultati non mi merito di essere eletto. Ma la politica è fatta principalmente di idee. Io aderisco a un partito perché mi riconosco in questa sua linea politica e per questa sua linea politica voto quel parlamentare e chiedo a quel parlamentare di essere fedele e leale a questa linea politica”.
L’autonomia differenziata
“Rivendico, ad esempio, di essere sempre stata contraria all’Autonomia differenziata. I governo l’ha fatta passare a colpi di maggioranza ma il disegno di legge è stato falcidiato in seguito dalla Consulta. Ne è rimasto sì l’assetto ma il suo contenuto va completamente riscritto. Questo è stato un grande lavoro che hanno fatto anche le opposizioni. La stessa cosa accadrà, per esempio, sul ddl sicurezza che abbiamo votato in Commissione e arriverà in Aula prossimamente. Ci sono determinati articoli che sono davvero in contrapposizione con i nostri principi democratici e la libertà di manifestazione di pensiero, di manifestazione. È inaccettabile! Poi la legge relativa alla possibilità per gli operatori telefonici di dare le SIM agli stranieri solo se in possesso di un valido documento che lo stesso operatore telefonico deve certificare come valido. Come fa un rivenditore a certificare la validità di un documento? Quelli sono accertamenti che competono alla questura quindi anche qui una grande limitazione alla libertà di circolazione delle persone”.
Troppo potere ai servizi segreti
“Da ultimo l’articolo 31 quello relativo ai servizi segreti che prevede che le pubbliche amministrazioni siano tenute a richiesta dei servizi segreti di fornire le informazioni in loro possesso. Quindi gli ospedali, le università, le scuole, gli uffici. Se arriva una richiesta di informativa da parte dei servizi segreti su Dafne Musolino tutti saranno tenuti a fornire i dati sensibili: sanitari, frequentazioni, dati indicativi di un profilo di quel soggetto che sconfina nel controllo contrario alle mie libertà di cittadino non soltanto italiano anche europeo. E poi sempre in questo articolo 31 anche la possibilità, sempre per i servizi segreti, di poter infiltrare un agente non più soltanto dentro un’organizzazione già esistente, ma addirittura di poterlo dotare della capacità di promuovere un’associazione eversiva”.
Ma la cosa ancora più preoccupante è che non è previsto il controllo del Copasir, ovvero il comitato sui servizi segreti e addirittura la richiesta di accesso ai dati non passerebbe neanche dal vaglio della Corte d’Appello di Roma, che è il giudice che decide sulle richieste dei servizi segreti. Quindi sarebbero tutte richieste prive di un vaglio giuridico.
Italia Viva e le elezioni regionali del 2027
Cambiamo tema. Insieme a Davide Faraone fate iniziative frequenti in Sicilia. Sembra che vi stiate preparando per le elezioni regionali
“Facciamo tante iniziative insieme. Adesso si chiude il tour “finì a Schifani” che già nel suo titolo racchiude il senso di quello che vogliamo dire cioè Schifani è il commissario di tutto e il commissario dell’autostrada 19, è il commissario dei rifiuti, è il commissario delle Province perché tutti le Province che saranno chiamate al voto ad aprile, vengono rette da commissari regionali, è il commissario della Sanità perché si è riservato lui la nomina dell’assessore. Insomma è il commissario di tutto in Sicilia, ma ognuna di queste cose di cui è commissario sembra paralizzata, non si vede alcun miglioramento. L’autostrada A19 è un insieme di restringimenti, salti di corsia. Ventisei cantieri senza, tra l’altro che ci sia un operaio al lavoro. La sanità lasciamo stare è una pagina troppo dolorosa. I rifiuti neanche a parlarne, anche qui una grande occasione perduta. Musumeci finisce la sua stagione come governatore lasciando i project financing. Schifani subentra dicendo non voglio fare i project financing perché voglio che siano impianti pubblici. Ma dopo due anni e mezzo siamo ancora a zero”.
Un programma di Italia Viva per la Regione nel 2027
“Con le dighe siamo fermi, con i rifiuti siamo fermi, con le autostrade siamo fermi, con il trasporto ferroviario siamo fermi. E non credo sia un caso che a Palermo sia arrivato il Vice Presidente della Commissione Europea Fitto, secondo me per rinegoziare le scadenze per l’uso del Fondo di sviluppo e coesione e dei fondi regionali. Questo perché dopo due anni e mezzo ancora non si è speso nulla”.
“Potremmo continuare con la siccità e chissà quanti altri temi. Alla luce di tutto ciò bisogna prepararsi per il 2027. Sicuramente noi avremo un programma specifico di Italia viva per la Regione Siciliana e sono convinta, perché la storia lo dimostra, i siciliani vogliono una persona capace è una soprattutto una persona che abbia le mani libere da altri interessi per governare la Sicilia: evidentemente il tempo è maturo per fare una scelta importante e abbandonare vecchi sistemi politici”.
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