Siamo a metà strada. Due anni e mezzo di amministrazione della giunta guidata dal sindaco Roberto Lagalla. E’ possibile iniziare a fare un primo bilancio. Di temi caldi ce ne sono tanti e li abbiamo analizzati con la consigliera comunale Giulia Argiroffi d’opposizione. La raccolta differenziata in centro, la pianificazione, i parcheggi che mancano in centro e le piste ciclabili che tanti problemi stanno provocando ai commercianti e residenti nella zona del Policlinico, zona via Oreto, Villaggio Santa Rosalia.

Giulia Argiroffi consigliera comunale
Il flop della differenziata
Iniziamo con quanto sta avvenendo in centro con la raccolta differenziata nel centro storico. Sembra che ci sia più di un problema?
Come volevasi dimostrare era tutto assolutamente prevedibile e assolutamente previsto. E quando dico tutto intendo anche il fallimento dell’organizzazione da parte dell’amministrazione comunale che già sapevamo avrebbe dato la colpa agli incivili palermitani. Lungi da me dal difenderli, ma tutto quello che ha portato al disastro è sotto gli occhi di chiunque passeggi o viva nel centro storico ed è in realtà la conseguenza di non avere voluto affrontare il problema. Abbiamo realizzato un lungo centro comunale di raccolta sugli assi storici. Sul percorso arabo normanno ci sono i carrellati di tutti i locali nel centro storico che sono più di 1300. Locali che non hanno uno spazio al loro interno per poter ospitare i contenitori. E quindi, non avendo alternative, li tengono tutto il giorno e tutta la notte sul marciapiede . Questo cosa significa? Intanto che chiunque, cittadino o turista, passeggi, ha bisogno di gettare la spazzatura lo fa. Li in uno dei contenitori e questo inquina la differenziata che diventa indifferenziata, quindi non otteniamo neanche il risultato sperato. E dall’altra parte abbiamo lo scempio perché è uno scempio. Tutto questo avrebbe potuto avere una soluzione anche semplice.
Quale?
Un consiglio dato un anno un anno fa nel 22 marzo del 2024 quando si doveva votare in consiglio comunale per i nuovi centri comunali di raccolta e si era constatato che il centro storico non aveva delle aree adeguate. In più il centro storico, per sue caratteristiche, non è bene che abbia questi piazzali che si chiamano isola ecologica che di ecologico hanno ben poco e sono dei brutti luoghi. E quindi avevamo proposto di trasformare i tanti magazzini che l’amministrazione comunale possiede all’interno del centro storico. Ovviamente questo ragionamento si può fare anche in altre aree della città, in piccoli centri comunali per la differenziata di pertinenza di un’area per cui dieci, 15, venti commerciali.
Questo semplificherebbe anche il lavoro della Rap che invece di girare prende la spazzatura in un unico punto. Qui si potrebbe entrerebbe con il codice fiscale o con una tessera. Quindi è tutto assolutamente controllato.
Bisognerebbe fare anche un censimento?
È quello che avevamo chiesto di fare un anno fa. Il censimento esatto contavamo di chiudere con la delibera sul piano delle alienazioni e delle valorizzazioni. Se la nostra proposta fosse stata accolta saremmo stati in grado di individuarli definitivamente e trasformarli. Magari si doveva fare veramente prima e far partire la differenziata. Ma siamo sempre in tempo a correggere il tiro. Sempre che l’amministrazione abbia l’intenzione di affrontare e risolvere il problema. Questa cosa della contaminazione della indifferenziata me lo dicono anche i cittadini. Noi facciamo la differenziata poi arrivano i turisti e buttano tutto dentro i bidoni. Una cosa che a me infastidisce particolarmente è la totale indifferenza delle ultime amministrazioni in perfetta continuità l’attuale nei confronti degli spazi davanti alle scuole. I ragazzini, soprattutto nel centro storico, entrano scavalcando cumuli di spazzatura dove prima c’erano i cassonetti che inspiegabilmente erano davanti i cancelli delle scuole, ora ci sono i carrellati della differenziata.
I crolli in città
Altro tema in questi primi mesi è quello dei crolli dei palazzi nel centro storico. Anche in questo caso era stato chiesto un censimento per metterli in sicurezza. A che punto siamo?
Purtroppo la constatazione è che l’amministrazione comunale non è in grado di gestire il suo enorme patrimonio immobiliare. Questa cosa è grave sempre, ma se non essere in grado di prendersene cura comporta dei rischi, capiamo tutti che è ancora più complessa e grave la situazione. Nei primi tre mesi, che non sono ancora terminati dal 2025, ci sono stati già tre crolli legati pure alle piogge. Per fortuna non ci sono stati né morti e feriti. Ma non possiamo affidarci per questioni così delicate alla sola fortuna. Gli ultimi dati ufficiali sullo stato di grave pericolo di crollo degli edifici del centro storico risale addirittura al 2014. Sono passati undici anni durante i quali la situazione può solo essere peggiorata in mancanza di interventi. In realtà la precedente amministrazione a un certo punto aveva raccontato di una armonizzazione, termine tra l’altro coniato per l’occorrenza sul centro storico, cosa che avrebbe dovuto significare anche aggiornamento delle informazioni. Quindi, quando abbiamo chiesto l’elenco degli immobili di proprietà comunale a rischio crollo, non chiedevamo chissà che tipo di lavoro, ma di recuperare un lavoro già fatto.
I parcheggi: a che punto è il piano per la realizzazione?
Manca un vero piano. Quello che il sindaco chiama piano è lo stato di fatto dove ci sono indicati quelli attuali e quelli che erano considerati parcheggi di interscambio. Anche qui sbagliando il termine per il tram. Inoltre, non sono io a dirlo, sette parcheggi chiamati di interscambio che non sono di interscambio sono sul piano triennale delle opere pubbliche da quattro anni con le gare che vanno deserte perché appunto non sono parcheggi di interscambio, non sono di interesse nella gestione pubblica o privata come partenariato, quindi non sono appetibili.
Il progetto del parcheggio in piazza Unità d’Italia non si potrà fare perché ci sono dei canali sotterranei che hanno delle delle aree di rispetto tali per cui effettivamente è diventato difficile da realizzare. Quello in piazza Giulio Cesare invece sta andando avanti e per quello di piazza Crispi c’è una proposta da parte di privati sull’area che loro definiscono ex parcheggio come se ci fosse stata una villa pensata, progettata da Ernesto Basile. Purtroppo quello che manca è la pianificazione. Si aspettava, ed è in fase di verifica delle osservazioni da parte dei cittadini, il Pums che è il piano urbano della mobilità sostenibile. Il parcheggio di via Nina Siciliana immenso e vuoto verrà invece utilizzato per un centro di raccolta comunale.
Cosa manca per realizzare i parcheggi?
Questa amministrazione come primo atto, subentrando alla precedente, ha deciso di ritirare la proposta di Piano regolatore generale che era passata al Consiglio comunale con l’idea di sostituirla con un Piano urbano generale. Sono passati due anni e mezzo. E in realtà nulla è stato fatto. Tra l’altro il tempo che rimane a questa amministrazione non è sufficiente. Già sappiamo che è un fallimento.
Scuole e affitti. Cosa si è fatto?
Sulle scuole si apre un altro mondo che secondo me è il tema più grave che ha l’amministrazione comunale palermitana in questo momento, avendo risolto l’urgenza dei cimiteri. Noi ogni anno a Palermo paghiamo quasi quattro milioni di affitti per scuole, molto di più della metà di quello che paghiamo in generale come affitti. Li paghiamo alle stesse persone a cui li pagavamo 60 anni fa e a cui li paghiamo da 60 anni.
E l’amministrazione Lagalla ha rinunciato. Noi avevamo due progetti esecutivi per un polo scolastico nella zona periferica sud della città ed uno nella zona periferica a nord della città, per i quali effettivamente abbiamo perso i soldi perché l’amministrazione Orlando non era stata in grado di rispettare i termini che scadevano il dicembre 22, quindi alla fine del mandato. Le responsabilità sono innegabilmente della precedente amministrazione. Bene però l’amministrazione Lagalla non è riuscita a trovare i finanziamenti per questi progetti che sono esecutivi e che avrebbero restituito intanto qualità alla scuola e quindi ai ragazzi, che dovrebbe essere una priorità per una comunità sana.
L’asilo di Brancaccio
Abbiamo sentito l’intervento in consiglio sull’asilo di Brancaccio. Ci spiega cosa è successo? Le hanno dato le risposte chieste?
Che il tema dell’asilo nido che è la vera possibilità di sviluppo di una comunità io il conto l’ho fatto: con altri 72 asili di nuova realizzazione sull’isola i costi si aggirano sempre fra 500 e 600 mila euro. Probabilmente una cifra strettina, nel senso che magari non ci rientra mai la sistemazione esterna, ma anche se la raddoppiamo non è paragonabile ai 3 milioni e 800 mila euro che costerà l’asilo di Don Pino Puglisi. Mi hanno risposto che c’è stato il rincaro dei prezzi. La risposta non è assolutamente soddisfacente, assolutamente. A me dispiace che si utilizzi il nome di padre Pino Puglisi che penso si starà rivoltando nella tomba per giustificare una spesa ingiustificabile.
Ultimo tema parlando proprio di pianificazione è quello delle piste ciclabili realizzate nelle zone dei poli universitari e nelle zone attorno alla stazione. Secondo il progetto lo studente universitario arriva sul treno, prende la bici e va all’università in bicicletta. Si è fatto uno studio per sapere quanti studenti universitari utilizzano la bici per arrivare all’università?
Come dicevamo prima, manca completamente tutta la fase di pianificazione quindi a monte mancano tutti gli studi sulle esigenze a cui poi la pianificazione deve rispondere. In più i due macro interventi di pista ciclabile hanno avuto anche un iter un po’ particolare anche in consiglio comunale, molto criticato perché sono andati a gara con motivi di urgenza prima di essere inseriti sulla programmazione. Le gare sono state affidate con affidi diretti, sempre giustificandolo con l’urgenza. Ma l’urgenza a sua volta era giustificata da un ritardo provocato dagli uffici.
I rapporti con le circoscrizioni, le folli piste ciclabili
Anche i presidenti di circoscrizione della seconda e della terza hanno detto che le loro osservazioni non sono state tenute in considerazione. Che dice?
Per ridurre il livello di frustrazione dei colleghi di circoscrizione posso dire che io sono componente della Commissione mobilità urbanistica. E in Commissione abbiamo dato delle indicazioni sul redigendo progetto di pista ciclabile in via Roma. Abbiamo anche un po’ battuto i pugni sul tavolo e speriamo che nel passaggio tra la prima stesura fatta dagli uffici e la seconda che invece è stata data in affido esterno, ci possa essere stato spazio per le osservazioni che abbiamo posto, anche accogliendo quelle che venivano dai cittadini, non solo dai residenti.
A me sembra che ci sia un po’ carenza di indicazioni politiche da parte della giunta, lasciando troppa carta bianca agli uffici, quindi ai progettisti degli uffici del Comune che secondo le proprie competenze e capacità, vanno in una direzione che non sempre coincide con quella di soddisfare un bisogno e si crea solo un disagio.
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