Non tutti sono convinti che il protocollo firmato a Roma al ministero del Made in Italy sugli impegni assunti dall’Eni in merito alla riconversione degli impianti Versalis di Priolo e Ragusa blindi la sicurezza delle imprese e dei lavoratori.

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I sindaci siracusani ribelli

Tra questi ci sono i sindaci dell’area industriale del Siracusano, guidati da Giuseppe Carta, alla guida del Comune di Melilli nonché parlamentare regionale del Mpa, che, poche ore dopo l’ufficializzazione dell’accordo a Roma, ha puntato i piedi assicurando come non vi siano precise garanzie per i lavoratori in quanto tutta la forza lavoro legata all’Eni ed al suo indotto sarebbe assorbita quando la riconversione andrà a pieno regime.

Il vertice a Siracusa

I sindaci sono pure stizziti perché non invitati al tavolo romano e questo loro malessere lo hanno ribadito nei mesi scorsi durante le prime interlocuzioni tra i Governi, nazionale e regionale, l’Eni ed i sindacati. E così, sabato, a Siracusa, nell’aula consiliare di Palazzo Vermexio, a partire dalle 10,30 ci sarà un incontro, dal titolo “Crisi del Polo Petrolchimico di Siracusa” a cui prenderanno parte, Paolo Amenta, presidente dell’ANCI Sicilia e sindaco di Canicattini Bagni, Francesco Italia, sindaco di Siracusa, Giuseppe Cassì, sindaco di Ragusa, Marco Carianni, sindaco di Floridia, Giuseppe Gianni, sindaco di Priolo Gargallo, Giuseppe Di Mare, sindaco di Augusta e Giuseppe Carta, sindaco di Melilli e Presidente IV Commissione Legislativa ARS “Ambiente-Territorio-Mobilità” a cui spetterà il compito di concludere i lavori.

Bottaro, “Le trattative le fanno aziende e sindacati”

Il segretario della Uiltec Sicilia, Andrea Bottaro, intervenuto a Talk Sicilia, teme strumentalizzazioni politiche dietro la vicenda Eni. “Al tavolo erano presenti – dice Bottaro – anche i rappresentanti del territorio che fanno capo alla Regione Siciliana firmataria dell’accordo. I sindaci che in una prima fase non erano stati coinvolti successivamente lo sono stati, essendo collegati da remoto. Ma è chiaro ed evidente che la contrattazione avviene tra sindacato e azienda quindi, ritengo che un po’ di strumentalizzazione ci sia”.

“Poca mobilitazione su Sasol”

Per il segretario della Uiltec Sicilia la stessa mobilitazione dei sindaci non c’è stata per la vicenda della Sasol, visto che la multinazionale sudafricana ha disposto un piano di esuberi per 65 persone a dispetto dell’Eni che non ha in programma azioni del genere.

“La cosa che onestamente – assicura Bottaro – mi lascia un po’ perplesso è il fatto che questa levata di scudi dei sindaci si stia facendo solo e soltanto sul caso Eni. Non capisco e non comprendo perché non ci si occupi di cose ben più, come dire, preoccupanti, come ad esempio il caso Sasol. Ricordo delle dichiarazioni di esponenti di questo territorio che si dicevano pronti a tutto per difendere l’occupazione. Molte di queste 65 persone resteranno fuori dalle fabbriche”

“Abbiamo il caso Isab, molto più preoccupante”

E poi, Bottaro bacchetta i sindaci, in quanto, a suo avviso, peccano di memoria, avendo scordato il caso Isab, proprietaria delle due raffinerie, la cui proprietà  ha avviato un concordato con i creditori. “Abbiamo un caso quello di Isab – dice Bottaro – molto più preoccupante con una situazione economica che ha portato l’azienda a fare un concordato”.

Il risentimento dei sindaci

Secondo il segretario della Uiltec Sicilia i sindaci potrebbero essersi risentiti perché non avrebbero avuto in questa partita un ruolo da protagonisti. “Serve un minimo di coerenza, del resto la Regione Siciliana ha affermato il protocollo e poi ci sono alcuni esponenti che fanno parte di questa maggioranza di Governo” per cui Bottaro lancia un appello per evitare che “la salvaguardia del Petrolchimico si trasformi in  partita politica”.