Il nodo province agita la maggioranza di centrodestra in Sicilia. L’elezione diretta negli enti di area vasta e i tempi per arrivare a queste elezioni, ormai è chiaro, sono la differenza principale di “visioone” della politica fra la coalizione in Sicilia e quella nazionale in queste ore. Prima fra tutti la visione di fd a livello nazionale è diversa. Meloni, infatti, ha dato un chiaro mandato per giungere a questo tema solo nel 2026 puntando ad un grande election day nel 2027 nel quale ci sia dentro tutto. ma in Sicilia aspettare tanto non è possibile sia per le pressioni dei partiti territoriali (Lombardo in testa) sia perché l’elezione di secondo livello, non più rinviabile spaccherebbe la coalizione.
L’emendamento al mille proroghe
Così ecco arriva un doppio emendamento alla legge sulle emergenza (di fatto un mille proroghe con qualche plus) per una deroga nazionale alla Delrio che permetta alla Sicilia di andare avanti senza aspettare Roma “La Lega si è fatta carico di presentare alla Camera, in commissione Bilancio e in commissione Ambiente, l’emendamento al Decreto Emergenze che consente l’elezione diretta per le province nella Regione Siciliana. Avevamo preso questo impegno la settimana scorsa, nel corso del consiglio federale della Lega, ed oggi (venerdì 24 ndr) abbiamo presentato la norma che autorizza la Sicilia a legiferare ripristinando il suffragio universale per questi enti intermedi” racconta Valeria Sudano deputata della Lega e estensore della emendamento, assieme agli altri firmatari, i deputati Anastasio Carrà e Nino Minardo.
Elezioni legate all’esigenza di affrontare le emergenze
“L’emendamento fa perno sull’esigenza di affrontare le tante emergenze della regione, non ultima quella legata alla siccità, con una governance più efficace nelle Province dell’isola. È chiaro comunque che l’elezione diretta dei presidenti e dei consigli provinciali determinerà una maggiore e più diretta responsabilità nella gestione di tanti servizi, a partire dalle competenze su scuola, mobilità, ambiente e programmazione territoriale. Con l’approvazione di questa norma in sede di conversione del decreto legge 208 del 2024, prevista entro il mese di febbraio, la Sicilia avrà la copertura normativa nazionale per potere superare i vincoli della legge Delrio”. Un escamotage non privo di possibilità di riuscita.
Il tavolo del centrodestra siciliano
Una pressione in questo senso era arrivata dal tavolo del centrodestra siciliano di due settimane fa che aveva dato mandato ad uno dei due coordinatori di Fdi, Salvo Pogliese, ed al coordinatore politico di Noi Moderati, Saverio Romano, il compito di portare a Roma il tema. Proprio Noi Moderati aveva presentato la prima proposta di emendamento al decreto emergenze.
Faraone, “Emendamento non avrà esito”
“Si è facili profeti nel dire che l’emendamento presentato all’Ars sull’elezione diretta del presidente della Provincia per cui i leghisti siciliani festeggiano è destinato a fare la stessa fine della riforma Calderoli sull’autonomia differenziata” sostiene Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
“Come la legge Calderoli è stata polverizzata dalla Corte costituzionale, lo stesso destino attende il formidabile emendamento dei leghisti del Sud al Dl per il contrasto alla siccità. Per prima cosa non c’è alcun rapporto tra la materia del decreto legge e l’emendamento che mira a combattere la siccità attraverso l’elezione diretta del presidente della provincia. È lecito nutrire qualche dubbio sul fatto che l’elezione diretta del presidente della provincia possa arrestare immediatamente il cambiamento climatico, far funzionare i dissalatori e far sparire per miracolo le falle delle condotte idriche. Inoltre, l’emendamento proposto si pone in manifesta violazione dell’articolo. 117 della Costituzione. A meno che non si pretenda che la Sicilia sia l’unico territorio che si sottrae alle disposizioni generali dell’ordinamento degli enti locali, il tentativo è del tutto irragionevole”, conclude.
Corto circuito nella mente di Faraone
“C’è un cortocircuito nella mente del deputato Davide Faraone che confonde l’Assemblea regionale Siciliana con la Camera dei Deputati, a proposito dell’emendamento per consentire alla Sicilia di tornare all’elezione diretta per le province e le città metropolitane. Comprendiamo l’esigenza del diritto di tribuna per Faraone, esponente di un micro partito, ma non accettiamo lezioni di diritto costituzionale proprio da lui. Piuttosto che parlare di una riforma che è necessaria per consentire a questi enti territoriali di riappropriarsi delle materie sulle quali hanno competenza, dopo la spoliazione fatta dai governi regionale e nazionale di cui Faraone era sostenitore, ammetta le sue responsabilità e i disastri della legge Delrio. Noi stiamo cercando di porre rimedio ad una riforma sbagliata” gli risponde in una nota della Lega per Salvini premier della Sicilia.
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