“All’indomani del voto di domenica 26 saremo pronti a riconoscere l’esito del Congresso e lavorare più per le ragioni dell’unità che per quelle dello scontro all’interno del Partito stesso”. Lo afferma Orazio Scalorino, candidato alla segreteria provinciale del Pd di Siracusa, legato al deputato regionale Tiziano Spada, autore di un ricorso alla Commissione nazionale di garanzia su presunte irregolarità nella sottoscrizione delle tessere che, nei giorni scorsi, aveva pure invitato il commissario del Pd, Antonio Nicita a fermare il congresso.

La tregua

Le parole di Scalorino hanno, evidentemente,  lo scopo di sancire una tregua dentro il partito, del resto l’area Schlein ha replicato duramente alle parole di Spada ma Scalorino insiste sul fatto che si sarebbe dovuto votare coinvolgendo tutti gli elettori e non solo gli iscritti.

Elezioni aperte

“Riteniamo che il Congresso avrebbe dovuto essere celebrato diversamente, con maggiori garanzie per i candidati alla segreteria. Siamo dell’avviso che la strada da seguire per il PD provinciale sia un’altra rispetto al passato. L’apertura della segreteria e dei circoli alle nuove istanze che provengono dalla società e dal territorio sarà il nostro punto di partenza” dice Scalorino.

La questione delle irregolarità

Scalorino, in merito a quelle presunte irregolarità, non compie una marcia indietro, anzi ritiene che ci sono state e contesta chi le ha smentite. “Tutto ciò nonostante l’insistenza e la pervicacia di chi ancora continua a sostenere che non ci siano state irregolarità e, al netto delle norme regolamentari disapplicate, continueremo a esercitare la nostra azione politica fino all’ultimo giorno della campagna congressuale”.

La sfida elettorale

Il candidato “spadiano”, che in un comunicato dei giorni scorsi aveva chiesto non solo le elezioni aperte ma anche lo slittamento del congresso, in merito agli scontri dentro il Pd, precisa “che i nostri avversari si trovano fuori dal centro sinistra e soprattutto al di fuori del Partito Democratico”