Sarebbero stati Alessio Attanasio, 54 anni, e la sua compagna Anna Giustolisi, a gestire i traffici della cosca Bottaro-Attanasio che disponeva di due gruppi, quello denominato Borgata e l’altro via Italia 103. E’ quanto emerso nell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania, culminata con l’esecuzione di 22 misure cautelari, eseguite questa notte dagli agenti della Questura di Siracusa.
Il boss Attanasio
Il ruolo di primo piano lo avrebbe avuto Alessio Attanasio, indicato dalla Dda come il boss del clan che porta il suo nome in carcere dal gennaio del 2002 ma poi scarcerato nel luglio del 2022. La sua libertà durò appena una settimana, salvo poi tornare in carcere per un omicidio risalente al marzo del 2001 ma secondo i magistrati, sulla scorta delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, nei giorni successivi alla sua scarcerazione, avrebbe riorganizzato i gruppi della Borgata e di via Italia 103, assegnando ruoli e compiti.
La compagna
La compagna, anche lei tra i 22 arrestati insieme al compagna, avrebbe partecipato alla pianificazione degli obiettivi, in particolare sulla risoluzione delle controversie, sull’utilizzo dei proventi dagli affari con la droga e mettendo a disposizione la sua attività commerciale per i vertici di mafia.
L’indagine
L’indagine – coordinata dalla Dda di Catania e condotta dalla Sisco (Sezione Investigativa di Catania del Servizio Centrale Operativo) di Catania e dalla Squadra Mobile di Siracusa – è lo sviluppo dell’attività che aveva portato, nel marzo del 2024, all’emissione di quattro decreti di fermo, per i reati di associazione mafiosa e porto di arma da fuoco, nei confronti del soggetto ritenuto gravemente indiziato di essere il reggente del clan Attanasio, Giuseppe Guarino, e di tre suoi stretti collaboratori, i quali avevano assunto il controllo degli affari criminali nel rione Borgata. E’ emersa anche l’operatività, nella zona nord di Siracusa, del ggruppo della via Italia 103″, riconducibile al clan Attanasio e attivo nel traffico di droga e delle bische clandestine in collaborazione con il gruppo della Borgata. Fatta luce su atti di violenza e intimidazione, anche con uso di armi da fuoco, per imporre la propria gestione criminale nel territorio, garantendo, attraverso i proventi dell’attività che confluivano nella cassa del clan, il mantenimento in carcere dei detenuti e l’assistenza ai loro familiari, nonchè il pagamento degli stipendi agli affiliati; il traffico di droga era l’attività principale portata avanti dal gruppo attivo anche nella gestione delle bische clandestine, affidate a una donna anch’essa destinataria di custodia in carcere per concorso esterno
Gli affari
Il reggente della Borgata, attivandosi nel dare un nuovo assetto al clan, ne ha riorganizzato le attività criminali, impartendo precise direttive a tutti in ordine alla gestione delle attività illecite e avvalendosi di un proprio uomo di fiducia individuato quale responsabile del traffico di droga, sia per i rifornimenti sia per lo smercio di tutte le sostanze stupefacenti trattate, cocaina, crack, hashish e marijuana; inoltre, sono stati individuati due canali abituali di fornitura, rappresentati da due catanesi anch’essi destinatari di misura cautelare, ed è stata ricostruita la linea dei pusher che si occupavano di svolgere materialmente le attività di spaccio all’interno della piazza di spaccio della Borgata, a fronte di veri e propri stipendi per lo più settimanali. Messa in luce la pronta disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle, che permetteva al gruppo criminale di esercitare la propria forza intimidatrice e riaffermare la propria egemonia sul territorio, come emerso in occasione dell’azione intimidatoria del 19 gennaio 2024, portata a compimento dagli appartenenti sia al gruppo Borgata sia al gruppo della via Italia, con esplosione di colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione del bersaglio dell’azione, episodio oggetto del decreto di fermo del marzo 2024; durante lo svolgimento dell’indagine, inoltre, sono state sequestrate 7 pistole e munizionamento vario, oltre a ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.
I nomi
Antonino Aggraziato, 26 anni; Davide Alfonso, 27 anni; Mattia Amenta, 23 anni; Giulia Maurizio Arena, 49 anni, di Catania; Gianclaudio Assenza, 30 anni; Alessio Attanasio, 54 anni; Mario Bonaventura, 30 anni di Catania; Salvatore Castelli; Salvatore Catania, 41 anni; Steven Curcio, 22 anni; Franca Di Luciano, 67 anni; Samuele Fava, 23 anni;
Christian Genova, 22 anni; Anna Giustolisi, 50anni; Sebastiano Greco, 25 anni; Giuseppe Guarino, 42 anni;
Nicholas Lauretta, 23 anni; Samuele Montalto, 22 anni; Corrado Piazzese; Sebastiano Ricupero; Luigi Scollo, 46 anni; Gaetano Vinci, 42 anni.
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