Nell’Istituto Tecnico Tecnologico Marie Curie di Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli, sono stati effettuati controlli a sorpresa con l’impiego di metal detector e cani antidroga.
L’intervento della Polizia di Stato, avvenuto all’ingresso della scuola, ha coinvolto il controllo di zaini, giubbotti e altri accessori degli studenti. L’iniziativa ha accolto l’appello lanciato dalla dirigente scolastica Valeria Pirone, che da tempo sollecitava un rafforzamento delle misure di sicurezza dopo diversi episodi di possesso di armi da taglio tra gli studenti.
La soddisfazione di docenti e genitori
L’operazione ha ricevuto il plauso di genitori e insegnanti, che da mesi manifestavano preoccupazione per la presenza di oggetti pericolosi all’interno dell’istituto. La preside Pirone ha commentato: “Gli stessi ragazzi sono stati contenti della visita degli agenti. Per loro e per noi ha significato la presenza concreta dello Stato“. La dirigente ha inoltre espresso gratitudine al prefetto di Napoli Michele di Bari e al questore Maurizio Agricola, sottolineando l’importanza di un intervento tempestivo in un’area considerata a rischio di devianza sociale.
Un territorio difficile da gestire
Il quartiere di Ponticelli è noto per le sue problematiche legate alla criminalità giovanile e al fenomeno del bullismo armato. La preside Pirone ha dichiarato: “La nostra scuola opera in un territorio notoriamente a rischio di devianza sociale, con frequenti episodi di violenza. Interventi come questo aiutano la scuola nell’azione di contrasto ad ogni forma di illegalità“.
Controlli a sorpresa per il futuro
L’operazione della polizia non sarà un episodio isolato. La dirigente ha chiesto ulteriori controlli a sorpresa, anche durante le ore di lezione, con ispezioni nei bagni e nelle aree comuni. Questa strategia mira a scoraggiare eventuali comportamenti scorretti e a garantire un ambiente scolastico più sicuro per tutti.
L’approccio delle autorità
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha dichiarato che tali interventi rientrano in una pianificazione già avviata e adottata in altri istituti scolastici. “Si tratta di servizi che noi abbiamo già pianificato da tempo e che sono già stati svolti altrove, in maniera discreta”, ha affermato, ribadendo l’impegno delle istituzioni nel contrastare la detenzione di armi e sostanze stupefacenti tra i giovani.
Un fenomeno in crescita
L’uso di armi tra i giovani è diventato una tendenza preoccupante. “Quello che emerge è che questi minorenni si sono uniformati a una tendenza e se si chiede loro perché utilizzino le armi, la risposta è una: ‘Per difendermi'”, ha sottolineato Pirone.
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