Una vera e propria guerra di dossier. Quella in corso fra favorevoli e contrari al Ponte sullo Stretto di Messina non è più una diatriba tecnica e nemmeno uno scontro politico ma è ormai diventato uno scontro puramente ideologico a colpi di dossier. Da una parte il dossier di Report, dall’altro quello di Eurolink e WeBuild destinato a finire in tribunale.
La puntata di Report
La puntata di Report è stata un dossier sui motivi ostativi alla realizazione del Ponte sullo Stretto e sulle procedure utilizzate messe in dubbio da dati ed interviste. La Rai la intitola “Il Ponte sullo Stretto, il pallino del ministro Matteo Salvini” e poi la racconta così “Nei prossimi giorni dovrebbe esserci l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo aggiornato, ma siamo sicuri che la premier Giorgia Meloni voglia prendersi la responsabilità di approvare un progetto sul quale molti tecnici indipendenti hanno posto grossi dubbi di fattibilità? L’ultimo in ordine cronologico è stato il presidente dell’INGV (Istituto nazionale Geofisica e Vulcanologia) Carlo Doglioni, massima autorità in materia sismica in Italia. Altri tecnici meno critici sono stati nominati nella commissione Via (valutazione di impatto ambientale) che ha dato il via libera al progetto. Ma sulla commissione pesa una certa vicinanza ai partiti di maggioranza e c’è perfino chi ha delle condanne proprio per reati ambientali”.
Il dossier sul Ponte
“Nove pagine inedite svelano ai cittadini italiani la bufala messa in piedi da Report nella puntata del 19 gennaio 2025, che ad arte ha creato una finta inchiesta giornalistica volta a screditare il valore del lavoro condotto per anni da migliaia di ingegneri e tecnici, per rendere possibile la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, opera infrastrutturale destinata a riportare l’Italia al centro dei sistemi trasportistici mediterranei ed europei” scrivono in una nota le due società.
“Intendiamo smentire con veemenza tutte le notizie false pubblicate da Report usando la TV pubblica al servizio di interessi di parte, per screditare le attività del Gruppo Webuild in Italia e all’estero, con riferimento a competenze delle persone nella costruzione di opere come il ponte di Braila, sicurezza sul lavoro, qualità e pulizia degli alloggi su cui il Gruppo ha sempre mantenuto i più alti standard qualitativi”.
WeBuild racconta gli accordi firmati
“Il Gruppo è in possesso dell’accordo firmato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nella persona del suo Presidente Carlo Doglioni. Tale accordo smentisce categoricamente quanto indicato da Doglioni durante la puntata di Report andata in onda su Rai 3 il 20 gennaio 2025: “Noi come Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non siamo stati coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica”, ha dichiarato. L’accordo prevede come attività a carico di INGV la revisione degli studi geologico-strutturali dell’area dello Stretto di Messina, il riesame critico dei sistemi di faglia attivi nell’area, con distinzione delle faglie capaci laddove possibile, oltre allo studio aggiornato sull’evoluzione delle due coste (Calabria e Sicilia), lungo le componenti verticale e orizzontale, basato su dati geologici (terrazzi marini) e dati geodetici aggiornati.
Un accordo che il consorzio costruttore dell’opera, Eurolink e il Gruppo Webuild, che ne è leader, decidono ora di pubblicare (sul sito di Webuild a questo link), dando contemporaneamente mandato di denuncia penale contro i giornalisti della trasmissione di Rai 3 e del Presidente Doglioni, oltre agli altri intervistati, a tutela di un’azienda espressione dell’eccellenza italiana nel mondo, delle sue 90mila persone, dei suoi stakeholder ma soprattutto a onor di verità per tutti cittadini italiani che hanno diritto ad un servizio pubblico d’informazione veritiero e di qualità”.
Il ricorso alla querela
“Si intende in questo modo tutelare una volta per tutte l’integrità professionale dell’intero Top Management di Webuild, guidato dall’AD Pietro Salini, e di tutti gli ingegneri e tecnici del Gruppo, dei centri di ricerca, delle università e delle società di ingegneria più qualificati al mondo accusati di aver redatto il progetto della più importante opera infrastrutturale del Paese in modo superficiale e negligente”.
L’ultima “fake news” secondo la società
“Quella del mancato coinvolgimento dell’INGV è l’ultima delle tante “bufale” che Eurolink e Webuild vogliono smascherare, fake news che in questi mesi sono state alimentate dai detrattori del Ponte e rilanciate dalla stampa, senza tener conto del valore economico e sociale che potrà esser generato durante la costruzione del Ponte per i lavoratori di un’intera filiera produttiva”.
Mille chilometri di Ponti in 50 Paesi
Webuild rivendica con orgoglio i 120 anni di esperienza in oltre 50 paesi nel mondo e la storia di successo nella costruzione di oltre mille km di ponti e viadotti, dal Long Beach International Gateway Bridge in California, al “A. Max Brewer” Bridge in Florida, e il Secondo e il Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia, oltre al famoso Ponte Genova San Giorgio.
La replica della trasmissione Rai “Report”
La redazione di report non ci sta e replica “Il presidente dell’INGV in veste ufficiale ci ha confermato che non esiste nessun parere formale e ufficiale dell’istituto in relazione al progetto “Ponte sullo Streo”: “Noi come Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non siamo sta coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica. Non è l’INGV che come istituto ha dato un via libera o ha dato dei pareri che siano stati utilizza formalmente nella progettazione”.
“In caso contrario saremo ben felici di pubblicare il parere con i timbri ufficiali dell’INGV di cui sareste in possesso. E’ superfluo evidenziare come Università di Roma e l’INGV siano due entità diverse. Per legge l’INGV è deputato al monitoraggio, alla sorveglianza ma anche alla valutazione della pericolosità sismica nazionale, questo è il compito istituzionale dell’INGV e non dell’università di Roma”.
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