Il coraggio di dare maggiore attuazione all’autonomia scolastica

A 25 anni dalla sua nascita, un confronto tra docenti e operatori e giovani delle scuole della città al Gonzaga Campus

PALERMO – Una scuola snella, dinamica e, soprattutto, in grado di adattarsi ai tanti bisogni dei giovani dei diversi territori. E’ quello che prevede la legge 59 sull’autonomia scolastica, a 25 anni dalla sua nascita. Quanto di tutto questo è stato finora realizzato? A partire da questa domanda, ieri pomeriggio, presso il Gonzaga Campus, si sono confrontati insegnanti, docenti, operatori e giovani. I giovani dei licei del campus Alfredo Ballo Agate e Cecilia Guzzo hanno raccontato la loro esperienza. “La particolarità che accomuna i licei del campus sono i canali – ha raccontato Alfredo Ballo Agate del terzo liceo scientifico STEAM – in cui sono suddivisi gli studenti di tutti gli indirizzi. Questo ci consente di avere una formazione interdisciplinare e comunitaria grazie al confronto continuo che ci permette di legare le opportunità specifiche con i vari indirizzi”. “Sono un insegnante di cinese del Gonzaga Campus. Il mio lavoro dentro la scuola è nato proprio grazie all’autonomia scolastica – ha detto il prof. Giuseppe Rizzuto -. L’autonomia è l’opportunità che ci permette di mettere in campo strategie e soluzioni adeguate ai giovani. Oggi, deve avvenire, sempre di più, un adeguamento ai tempi con l”uso delle nuove tecnologie”. “Ho insegnato proprio nell’anno dell’autonomia, 25 anni fa – ha raccontato Valentina Chinnici (presidente nazionale CIDI) -. Ho avuto la fortuna di insegnare nella scuola di periferia Gregorio Russo di Borgo Nuovo dove trovai le prime condizioni in cui l’autonomia già si esprimeva concretamente nella sua organizzazione adattata ai bisogni dei giovani. Importanti erano pure gli organi collegiali di partecipazione e i dipartimenti disciplinari dove ci si formava e studiava. Chiediamoci oggi come possiamo rilanciare l’autonomia scolastica per una leadership condivisa che valorizzi e promuova pienamente i giovani”. “E’ un momento di bilancio ma anche di rilancio dell’autonomia – ha detto nella sua introduzione Giorgio Cavadi, docente di Coordinamento pedagogico per le scuole, UniPa -. Ci sono, ancora, tante potenzialità che stanno nell’occupare gli spazi di libertà progettuale, didattica e pedagogica, delle scuole. Libertà significa anche responsabilità nel rendicontare le proprie scelte attraverso i risultati ottenuti. Ricordiamoci che, soprattutto, nei contesti territoriali svantaggiati e di sofferenza, c’è un forte bisogno di lavorare in modo sartoriale”. “Ho scelto di parlare del binomio, ancora disatteso, su autonomia e valutazione – ha sottolineato Damiano Previtali (presidente Consiglio Superiore Pubblica Istruzione) -. Ad oggi, in Italia, sono presenti 900 sperimentazioni di autonomia scolastica e 1000 scuole con processi organizzativi innovativi. Queste lodevoli ed intraprendenti sperimentazioni, purtroppo, non essendo state sottoposte a verifica e valutazione, non sono state messe a sistema. Pertanto, rimanendo tutto circoscritto a livello locale, non ci sono state le ricadute ampie in termini nazionali. Riflettiamo, quindi, su quanto ancora si deve fare”. “L’autonomia non è soltanto una opzione – ha affermato Paolo Mazzoli (già direttore generale INVALSI) – perchè è la scelta necessaria per incontrare i giovani, adattando efficacemente la didattica ai loro bisogni. Oggi, si deve fare ancora tanto perchè, di fatto, serve una maggiore autonomia – non solo giuridica – ma delle persone (dirigenti ed educatori) che operano nel pieno ruolo delle loro responsabilità. Per fare crescere i nostri giovani dobbiamo trovare metodi, strumenti e approcci sempre più adeguati ai diversi contesti”. “La legge sull’autonomia scolastica è la riforma più importante della nostra scuola – ha aggiunto p. Vitangelo Denora, direttore generale del Gonzaga Campus e presidente FIDAE Sicilia -. Ma l’abbiamo compresa? Dobbiamo investire le energie migliori della scuola e della società per intercettare le sfide più significative per il futuro dei giovani. Per questo, non esistono modelli unici ma dobbiamo camminare insieme per cercare di sperimentare ed intraprendere nuove strade. Vogliamo fare crescere un sistema in cui, la scuola paritaria e la scuola statale possano essere creative e propositive a beneficio di tutta la società”. All’incontro, a dare il loro contributo significativo sono stati, inoltre, Giuseppina D’addelfio (docente di Pedagogia generale e Filosofia dell’educazione di UniPa) e Benedetto Di Paola (docente di didattica della matematica di UniPa). 

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