Raccolta differenziata flop in Sicilia e obiettivi europei sempre più lontani da raggiungere. I dati Ispra per il 2023 raccontano una Sicilia in gran de difficoltà che migliora con una estenuante lentezza e non riesce a stare al pari con l’avanzamento degli obiettivi europei. E nonostante nel 2024 la situazione sia in miglioramento (i dati ufficiali si conosceranno fra 4 o 6 mesi), il 2025 porta con se nuovi parametri che sembrano, visto l’andamento, un miraggio.
Il target europeo 2025
I parametri comunitari cambiano radicalmente: non basterà più fare la differenziata (e la Sicilia è già abbastanza indietro) bisognerà anche dimostrare il riuso della frazione riciclabile. Il target previsto dall’Unione Europea per il 2025 è del 55% di materiali riutilizzati o riciclati.
I dati Ispra
I dati ISPRA relativi a tutta Italia, aggiornati al 2023, ci dicono che nello stivale (isole comprese) viene effettivamente avviato al riciclo o riuso poco più del 50% dei materiali provenienti dalla raccolta dei rifiuti. Non sono disponibili i dati regionali, ma è chiaro che la Sicilia è sotto questa quota, visto che è già sotto la media nazionale di raccolta differenziata.
Diminuisce la produzione di rifiuti (come i consumi)
Sempre secondo i dati ISPRA relativi al 2023, gli ultimi disponibili, la produzione annua pro capite di rifiuti in Sicilia è diminuita di 9,11 chilogrammi mentre la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta del 3,7%. Questi dati si inseriscono in un trend di lentissimo miglioramento della situazione. Un paradosso tutto siciliano.
La differenziata fa aumentare la tassa rifiuti
A fronte di una raccolta differenziata che annaspa, c’è una tassa dei rifiuti che, invece, cresce. Ma la tari non sembra premiare i cittadini più diligenti. Al contrario la dove si differenzia di più e meglio si pagano anche più tasse.
Un’isola nell’isola ma felice a metà
Nell’isola c’è un’isola felice, ma forse solo a metà. Anche ,meno! E’ la provincia di Trapani che viaggia su un altro livello e sembra giocare una partita diversa rispetto alle altre 8 province. Qui la differenziata è del 78% e continua a crescere (più 1% nel 2023). Ma da questo risultato, in linea con le migliori performance del Nord Italia e che si avvicina a quelle dei paesi del Nord Europa, non discende un vantaggio diretto per i cittadini.
Il nodo Tassa rifiuti
I bravi trapanesi si trovano, loro malgrado, anche campioni di tasse. Insieme alla differenziata, infatti, aumenta la TARI (invece di diminuire). Qui si paga la tassa più alta in Italia in proporzione a metri quadrati abitati e rifiuti prodotti: 453 euro in media (dati 2024), con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
Il record assoluto a Catania, differenziata su, tasse uguali
Alla città di Catania spetta, invece, il record assoluto nel 2024 per la tassa rifiuti. La TARI è rimasta ferma a 594 euro (il valore più alto d’Italia), nonostante il forte balzo avanti della differenziata: dal 22% al 34,7% (+12,7%). A Messina città, invece, la differenziata è salita dell’1,9% arrivando al 53,5% (nel 2019 era al 18,8%) e la TARI è scesa addirittura del 29,8%.
Cresce la differenziata e crescono le tasse a Palermo
A Palermo la TARI è in crescita del 6,7% ma resta a una cifra relativamente bassa, in media 335 euro, a fronte di una raccolta differenziata inchiodata al 16,9% (nel 2022 era al 15,2% del 2022, nel 2019 era addirittura superiore, al 17,4%.). Negli ultimi mesi del 2024, però, la differenziata è partita in altri quartieri e nei primi giorni del 2025 continua ad allargarsi a Palermo.
Il problema Palermo
Quello della città di Palermo è il valore più basso dell’isola e uno dei più bassi in Italia, ma anche il resto della provincia non brilla, con un deludente 36,7%, (+1,8%). E’ chiaro che se a Palermo si differenzia poco e si paga poco, mentre a Trapani si differenzia tanto e si paga tanto, il cittadino è fortemente disincentivato a fare la raccolta correttamente.
La differenziata a Catania
In provincia di Catania c’è una forte crescita della raccolta differenziata, che sale al 55,8% (+8.8%), mentre nella sola città di Catania il Comune passa dal 22% al 34,7%, ma è ancora presto per parlare di luce in fondo al tunnel. In entrambe le città, però, ci sono due mega discariche che per anni hanno accolto anche rifiuti conferiti da altri Comuni, introitando risorse importanti che, ancora una volta, disincentivano la differenziata. Sui reali costi di gestione di queste discariche, tra l’altro, si sa molto poco.
Le discariche e gli alti costi di conferimento
Il costo del conferimento in discarica in Sicilia è nettamente più alto che nel resto d’Italia: 380 euro a tonnellata nel 2023 (450 euro in caso di conferimento all’estero), contro i 90- 120 euro del Piemonte, i 97 euro della Sardegna, i 150 euro della Toscana. I costi di raccolta e gestione dei rifiuti urbani (differenziati e non), di spazzamento e lavaggio strade nella città di Trapani, nello specifico, ammontano a 301 euro l’anno pro capite, in calo di 48,3 euro rispetto al 2022.
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