E’ critica la situazione nel carcere Cavadonna di Siracusa dopo che è stata recepita dalla nuova direzione della struttura la circolare del Provveditore della Sicilia sulle limitazioni per l’ingresso o la vendita di determinati generi alimentari e capi di abbigliamento. Si sono verificati episodi di violenza, come lo scardinamento di una porta ed il danneggiamento di sedie e tavoli e con un personale ormai da tempo ridotto all’osso il rischio di una degenerazione è dietro l’angolo.

La rivolta nel 2020

Peraltro, c’è un precedente, quello del marzo del 2020, in piena pandemia, quando circa 70 detenuti si resero protagonista di una rivolta, culminata con l’incendio di lenzuola ed arredi, creando danni molto ingenti quantificati in poco meno di un milione di euro.

Le restrizioni ai detenuti di Alta sicurezza

Ma non ci sono solo le restrizioni ad alcuni generi alimentari, come le farine, lievito di birra, babà, gamberoni o pollo allo spiedo, tanto per citarne qualcuno, infatti, come sostenuto dai sindacati di Polizia penitenziaria e dael Garante dei diritti del detenuto del Comune di Siracusa, Giovanni Villari, è stata imposta una stretta anche ai detenuti di Alta sicurezza, quelli coinvolti in vicenda di mafia, tanto per intenderci. Meno libertà di movimento ed i primi effetti di queste disposizioni nazionali si sono visti in occasione delle feste di Natale ma i malumori sono stati contenuti.

Carcere stracolmo, Cgil, “mancano almeno 60 agenti”

Lo stop ad abiti griffati e beni alimentari sta esasperando la situazione anche perché il focolaio della protesta potrebbe espandersi considerato che nel carcere di Siracusa ci sono oltre  500 detenuti sebbene la capienza sia di poco più di 300 persone. “Mancano almeno 60 agenti – riferisce il responsabile della Cgil della Polizia penitenziaria, Giuseppe Argentino –  per cui siamo davvero in condizioni difficili. Ci sono i concorsi ma serviranno per sostituire gli agenti che andranno in pensione, per cui non ci sarà alcun incremento”.

“Sospese attività lavorative”

“Abbiamo saputo che è in atto una protesta pacifica dei detenuti lavoranti, che hanno bloccato le attività lavorative previste in cucina e promosso uno sciopero che andrà avanti ad oltranza” dicono i consiglieri comunali di Siracusa Matteo Melfi e Nadia Garro, di “Ho Scelto Siracusa” che denunciano il rischio di violazioni dei diritti umani.

“E’ giusto che i detenuti scontino la pena per gli errori commessi, ma i diritti e la dignità – riferiscono – della persona umana vanno sempre garantiti. Sembrerebbe che si stia rasentando il rischio di violarne i diritti umani. Si apprende che, attraverso una circolare, la direzione avrebbe vietato l’ingresso di alimenti e indumenti dall’esterno. Anche all’interno del penitenziario la vendita di cibi (cosiddetto sopravvitto), che peraltro pare abbia da tempo avuto prezzi maggiorati, ora sarebbe stata addirittura impedita. Come se ciò non bastasse, molte visite mediche saltano perché non ci sono agenti che possano accompagnare i detenuti in ospedale”.