E’ il giorno dell’autopsia sul corpo di Giuseppe Barabaro, morto in circostanze sospette all’ospedale Villa Sofia e sul sui decesso i familiari hanno presentato un esposto e la procura aperto una inchiesta. Non si da pace la famiglia che vuole la verità. A BlogSicilia il racconto del genere di unc calvario durato 17 giorni
Il racconto del calvario
“Mio suocero godeva di ottima salute prima del ricovero in ospedale del 21 dicembre, a testimoniarlo sono gli ultimi esami che aveva fatto a giugno scorso che non segnalavano alcun valore anomalo. Oggi, attraverso l’autopsia che comincerà alle 7.45 al Policlinico Paolo Giaccone (presso l’Istituto di Medicina legale, ndr), avremo tutto più chiaro”. A dirlo è Giuseppe Marino, genero di Giuseppe Barbaro, il 76enne deceduto il 6 gennaio a Palermo. Non si danno pace i parenti della vittima, scomparsa per un caso di presunta malasanità all’ospedale Villa Sofia di Palermo. La vicenda ha inizio alcuni giorni prima di Natale, il 21 dicembre, quando il paziente viene portato al pronto soccorso per una frattura alla spalla. Dopo un breve ricovero dal 24 al 27 dicembre, durante il quale Giuseppe sembra riprendersi, la situazione precipita rapidamente arrivando fino al decesso, registrato il 6 gennaio 2025.
La vicenda
“Il 28 dicembre Giuseppe Barbaro inizia a chiamare insistentemente i figli sostenendo di essere stato legato a letto – racconta il genere – inizialmente pensavamo stesse vaneggiando ma l’indomani mattina scopriamo che era tutto reale”. Il paziente, descritto dai medici come eccitato ed agitato, viene trovato dai parenti su una barella spinta contro il muro e con le gambe ed il braccio destro legati. Una situazione che suscita preoccupazione tra i familiari. Poco dopo, una delle figlie dell’uomo, nota che il padre ha la febbre: presenta, infatti, una temperatura corporea alta, oltre 39°. Solo dopo la sollecitazione dei figli, all’uomo viene somministrato il paracetamolo. Da quel momento in poi le condizioni del 76enne peggiorano giorno dopo giorno.
La tac e i valori critici di sodio nel sangue
Dal 29 dicembre in poi l’uomo comincia a mostrare segni di semi incoscienza che si aggiungono ai segni di grave malessere. Tra il 30 e il 31 dicembre, “una tac rivela un focolaio di polmonite e valori critici di sodio nel sangue, in particolare, ipersodemia con un valore di 178 – racconta sempre il genero – tengo a precisare che a giugno Giuseppe si era sottoposto ad alcuni esami per un intervento di cataratta e il valore del sodio nel sangue era perfetto – aggiunge – ad oggi non ci spieghiamo come sia possibile che il valore del sodio sia schizzato in pochi giorni”.
Nei giorni successivi, il paziente sembra essere sempre più assente e incapace di rispondere agli stimoli. “Il 6 gennaio, intorno alle 7.55 ci chiama un medico di Napoli arrivato in reparto – afferma Giuseppe – e ci riferisce che mio suocero è deceduto per un arresto cardiocircolatorio. “Adesso vogliamo conoscere solo la verità”, conclude Giuseppe Marino.
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