Sono in rivolta i detenuti delle carceri siciliane dopo la circolare del Provveditore regionale, risalente al novembre scorso e recepita dalle direzioni penitenziarie, che impone delle restrizioni per l’ingresso o la vendita di determinati generi alimentari e capi di abbigliamento.
Tensione nel carcere di Siracusa
Una disposizione che sta creando molte tensioni, come nel carcere di Siracusa, situato in contrada Cavadonna, alla periferia sud della città, dove i detenuti hanno inscenato proteste tali da mettere in allarme il personale della Polizia penitenziaria, al punto che l’incontro tra gli agenti ed il nuovo direttore della struttura, Giuseppe Russo, è stato rinviato proprio perché la situazione è delicata.
Le proteste ed i danni
Dal racconto di Giovanni Villari, garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Siracusa, i reclusi non si sono limitati solo a battere le scodelle contro le celle, infatti “sono stati danneggiati tavolini e sgabelli”, inoltre, in una sezione è stata scardinata una porta, a testimonianza di quanto la situazione sia incandescente. “Questa situazione è esplosa – racconta il Garante a BlogSicilia – poco dopo che è stata affissa la circolare con le prescrizioni”
Lo stop ad abiti griffati e generi alimentari
Ma quali sono queste prescrizioni? Intanto, “non sono ammessi capi di abbigliamento e scarpe griffate” dice Villari e la ragioni consiste nel mantenere “una equità tra gli stessi detenuti” per evitare comparazioni tra detenuti facoltosi ed altri con scarse riserve economiche.
Niente gamberoni, babà, pasta sfoglia
E poi ci sono i generi alimentari e qui l’elenco è abbastanza vasto: fiale con aromi necessarie per la preparazione di dolci, farine di ogni tipo, lievito di birra e per dolci, pasta sfoglia, vanillina, zucchero a velo, birra, vino bianco e rosso in piccoli brik, carta da imballaggio, colla tipo Vinavil, nastro adesivo e di imballaggio, riviste legate a scommesse, crema adesiva per protesi dentale, i babà, gamberi e gamberoni, scampi, sigarette elettroniche, cuffie, creatina, palloni, palle da tennis, padelle oltre i 24 centimetri di diametro, così come le pentole, borotalco e ciprie, pollo allo spiedo.
Villari, “peggioramento delle condizioni”
Per il Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Siracusa questa scelta è penalizzante per i detenuti. “E’ una restrizione – racconta Villari – nei confronti dei detenuti ed invece di migliorare le condizioni di vita nelle carceri si sta cercando di appesantirla”.
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