«È inaccettabile e profondamente preoccupante ciò che sta accadendo con il recente decreto del Ministero della Salute. Dopo oltre vent’anni di immobilismo, il tentativo di riformare il nomenclatore delle prestazioni ambulatoriali e protesiche è stato bloccato dal Tar Lazio, gettando nel caos un sistema già gravemente compromesso. È assurdo che a prestazioni cliniche fondamentali, come gli esami del sangue, siano stati applicati tagli ai rimborsi in alcuni casi superiori al 50 per cento». A dirlo è Alfonso Alaimo, coordinatore regionale in Sicilia di Alternativa Popolare, il partito il cui segretario Nazionale è Stefano Bandecchi.


A questo – Continua Alaimo – si aggiunge un rischio concreto: la serrata dei centri di analisi e diagnostica all’indomani della camera di consiglio del 28 gennaio. Le code e le attese nella nostra regione sono già insostenibili; questa nuova situazione non fa altro che aggravare uno stato di emergenza, rischiando di massacrare definitivamente la sanità regionale in Sicilia. È inaccettabile che, in un contesto di malattie endemiche come la talassemia, i cittadini siciliani si trovino a dover affrontare spese diagnostiche insostenibili e un accesso limitato alle cure. Come mai nessun politico accende i riflettori su tale gravissima situazione? Dove sono le istituzioni? Perché questo silenzio nei confronti dei cittadini che hanno il diritto alla salute come priorità essenziale in uno Stato che si definisce civile?


«È ora – conclude Alaimo – che il governo regionale e nazionale prendano coscienza della gravità della situazione e agiscano con urgenza per garantire ai cittadini siciliani cure adeguate e risorse economiche sufficienti, piuttosto che alimentare un sistema sanitario già al collasso. La salute dei nostri cittadini deve essere una priorità ineludibile e non possiamo permettere ulteriori ritardi e indecisioni. Siamo pronti a lottare affinché venga ristabilito il diritto alla salute per tutti, senza compromessi.

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