L’ambasciata iraniana in Italia ha confermato l’esistenza di un legame tra la detenzione di Cecilia Sala a Teheran e quella di Mohammed Abedini Najafabadi a Milano. Questa ammissione ufficiale dà credito alle voci secondo cui l’arresto della giornalista italiana rappresenterebbe una ritorsione per la cattura dell’ingegnere meccanico iraniano. L’annuncio ha ulteriormente complicato i rapporti tra Italia e Iran.
Le parole di Abedini dal carcere
Mohammad Abedini Najafabadi, attualmente detenuto presso il carcere di Opera a Milano, ha espresso preoccupazione per la situazione di Cecilia Sala. Durante un colloquio con il suo avvocato, Alfredo De Francesco, ha dichiarato: “Pregherò per lei e per me”.
L’appello al silenzio stampa dei genitori di Cecilia Sala
I genitori della giornalista italiana, Elisabetta Vernoni e Renato Sala, hanno diffuso una nota in cui chiedono un rigoroso silenzio stampa sulla vicenda della figlia. “La situazione di nostra figlia, Cecilia Sala, chiusa in una prigione di Teheran da 16 giorni, è complicata e molto preoccupante”, scrivono. Hanno inoltre aggiunto che il governo italiano si è mobilitato al massimo per il suo rilascio, ma che ora “sono necessari riservatezza e discrezione”. La famiglia Sala ha ringraziato per l’affetto e la solidarietà ricevuti, ma ha ribadito che il dibattito mediatico rischia di complicare ulteriormente la situazione. “Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare accogliendo questa nostra richiesta”, concludono i genitori.
Il Partito Radicale accoglie l’appello della famiglia Sala
In seguito alla richiesta di riservatezza, il Partito Radicale ha annunciato la cancellazione della manifestazione prevista per il 6 gennaio davanti all’ambasciata iraniana a Roma. “Accogliamo l’appello dei genitori di Cecilia Sala e sconvochiamo la manifestazione”, ha dichiarato il partito, dimostrando solidarietà verso la famiglia e rispetto per la delicata situazione diplomatica.
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