«Qual è il senso della richiesta di commissariamento dell’organizzazione di Agrigento 2025, fatta dal Codacons Agrigento? È da più di un anno che le criticità sono sotto gli occhi di tutti e non può essere sottaciuto che Giacomo Minio, presidente della Fondazione “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, si stia adoperando per fare del suo meglio, pur con i gravi ritardi causati da un’amministrazione comunale agrigentina immobile, che ha reso e rende difficilissima la crescita della città dei Templi.
A dirlo è Alfonso Alaimo, coordinatore regionale in Sicilia di Alternativa Popolare, il partito il cui segretario Nazionale è Stefano Bandecchi. «Giunti ormai nel 2025 continua Alaimo – non si capisce il senso di un eventuale commissariamento, che produrrebbe nuove incertezze e sicuri ritardi. E francamente nella situazione già precaria, in cui non si conosce un cronoprogramma degno di questo nome, non si hanno notizie su eventi e personalità presenti se non “oggi per domani” e la città continua a versare in uno stato disastroso a livello di decoro urbano, far piombare l’evento nel baratro di una nuova ripartenza sarebbe una cura peggiore del male. L’impressione è che ancora una volta le accuse di certe associazioni abbiano più il sapore di faide personali che di iniziative realmente volte al bene ed alla crescita di Agrigento.
E anora: «Alternativa Popolare ha già espresso grande preoccupazione circa la programmazione manifestazione di così lunga durata, che coinvolge l’intera Sicilia sia a livello mediatico che ricettivo. Avevamo detto e scritto che non si capiva come a 20 giorni di distanza dal 2025, nulla fosse ancora certo; oggi aggiungiamo che la politica locale che litiga dietro le quinte di una così importante manifestazione (e non osiamo immaginarne le ragioni) rischia di mandare tutto per aria, nonostante gli sforzi di pochi volenterosi, fra cui gli organizzatori di un capodanno fatto in fretta e furia, ma comunque realizzato, nonostante gli inspiegabili tentennamenti dell’amministrazione locale.
«E allora cosa fare? Di certo conclude Alaimo – non commissariare; piuttosto pretendere attenzione e vigilanza da parte di chi, da Roma a Palermo ha messo la faccia sulla realizzazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025».
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