La soluzione individuata dalla Regione per uscire dalla crisi idrica è quella dei dissalatori. In Sicilia, ce ne sono tre già costruiti ma servono soldi per farli entrare a regime ma la parlamentare nazionale del Pd, Stefania Marino solleva dubbi sui fondi messi a disposizione dal Governo nazionale. “Sulla
crisi idrica in Sicilia il governo rischia di fare purtroppo l’ennesimo buco nell’acqua, utilizzando peraltro fondi che dovrebbero essere impiegati per altre finalità”.
L’intervento di Marino
Si tratta del nuovo Decreto Pnrr pubblicato in Gazzetta Ufficiale e “che prevede anche la ristrutturazione degli attuali
dissalatori di Trapani, Porto Empedocle e Gela, per un totale di 100 milioni di euro di Fondi di Sviluppo e Coesione” aggiunge Marino.
“Interventi tardivi”
“La mancanza di acqua in Sicilia è ormai cronica: gli interventi – dice Marino – del governo sono parziali e tardivi. Se le nuove strutture per desalinizzare l’acqua non saranno pronte entro la prossima primavera sarà un disastro annunciato, mentre rimane l’incognita sui costi energetici di questi impianti che rischiano di aggravare bollette già in crescita”
Enna e Caltanissetta dimenticate
Infine, la parlamentare nazionale del Pd ritiene che Enna e Caltanissetta siano state lasciate al loro destino. ” Sono stati inoltre – dice Marino – dimenticati interi territori, come le provincie di Enna e Caltanissetta, che ad oggi registrano le difficoltà peggiori. Senza dimenticare che uno dei problemi maggiori (legato alle perdite delle tubature che nell’isola superano in alcune zone il 60 per cento) non viene nemmeno affrontato. Cercheremo di lavorare per migliorare le norme nel corso del prossimo esame parlamentare del Decreto”.
L’iter della Regione
L’iter prevede di ripristinare, attraverso procedure d’urgenza, i tre dissalatori dismessi da oltre dieci anni e installare tre moduli temporanei entro giugno, che saranno successivamente inglobati negli impianti definitivi, così da raggiungere una fornitura di 500-600 litri al secondo. Le opere strutturali di presa a mare saranno realizzate in modo da consentire un aumento della produzione fino al 50%, fino a circa 900 litri d’acqua al secondo.
Dissalatori non bastano
“La dissalazione dell’acqua non è la soluzione al problema delle siccità, ma inserita in una rosa di soluzioni, che permetta di approvvigionarsi da diverse fonti a seconda delle necessità, può portare grandi vantaggi, sul modello di quanto avviene a Barcellona, dove sono in funzione due dissalatori” ha detto
Jose Diaz-Caneja, ceo di Acciona Agua in un’intervista rilasciata a Sole 24 Ore
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