Catania, 31 dicembre 2024 – «La provincia di Catania, oltre alla decontribuzione sul lavoro, ha bisogno di buona occupazione, di sicurezza e salute. Sulla zona industriale, lo ripetiamo come un mantra, c’è bisogno di un tavolo permanente che affronti con una visione “olistica” le varie complessità esistenti e che accomuni i contenuti del PUDM Catania, il Patto Catania Sud e le diverse emergenze che vive l’area produttiva più importante della Sicilia, alla quale la Regione ha destinato 50 milioni per opere di riqualificazione e messa in sicurezza».
Lo ha affermato Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, affiancato dai segretari territoriali Lucrezia Quadronchi e Rosario Portale, alla presenza del segretario regionale Leonardo La Piana, in occasione del confronto con tutti i 17 segretari generali delle federazioni di categorie catanesi e dei vari responsabili degli Enti della Cisl, nell’esecutivo provinciale dedicato al bilancio di fine anno.
«Apprendiamo dai media che anche Confindustria, tra le priorità, ha messo le condizioni della zona industriale – afferma Attanasio – ma per quanti lo avessero dimenticato, ricordiamo la nostra posizione sulla ZES (dalla sua genesi ad oggi) e sull’impiego di quei fondi provenienti dalla programmazione Fsc 21/27 per l’area produttiva».
«Oltre alla rete fognaria – chiarisce – riteniamo sia improcrastinabile il rifacimento della rete viaria e di un sistema di illuminazione dell’intera area, la manutenzione straordinaria dei canali di scolo per una forte mitigazione del rischio di dissesto idraulico, un presidio medico mobile per il primo soccorso e una adeguata sede per il distaccamento dei vigili del fuoco. Sono interventi che, oltre a restituire, complessivamente, efficienza e funzionalità all’area, ne migliorerebbero gli standard di sicurezza per quanti la frequentano ogni giorno per lavoro. In questa battaglia, siamo impegnati con le federazioni della Femca, Fim, Fns e Fisascat».
Destano invece preoccupazioni altre vicende dei comparti industriali e commerciali metropolitani. «C’è il caso paradossale della Kalat Ambiente – ricorda Attanasio – l’azienda a partecipazione pubblica del Calatino, dove tre anni fa un incendio distrusse l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti: da una parte la Regione ha accordato un finanziamento di oltre 13 milioni per ricostruire l’impianto; dall’altra la stessa azienda, solo pochi giorni fa, dopo ripetute e insistenti nostre sollecitazioni, scaturite anche in interrogazioni parlamentari, ha presentato istanza al Ministero del Lavoro per una eventuale proroga di interventi di sostegno al reddito dei 37 dipendenti che vi lavoravano, ai quali gli ammortizzatori sociali sono scaduti il 31 dicembre. Insieme alla categoria della Fit, continueremo la battaglia, su tutti i livelli istituzionali, affinché prevalgano gli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie».
«Così auspichiamo si trovino le soluzioni per ricollocare gli ex dipendenti Auchan e si dia un buon governo alle partecipate comunali e a quella della Città Metropolitana. La Cisl assieme a Fisascat, Fit e Femca non faranno mai mancare il sostegno ai lavoratori e il confronto con i relativi cda aziendali, per costruire buone relazioni sindacali che tendano a salvaguardare la buona l’occupazione e i diritti dei lavoratori».
Attanasio si è poi soffermato sullo stato dell’organizzazione sindacale etnea e su quanto fatto nell’anno trascorso: «La Cisl di Catania è un sindacato in buona salute e in crescita, solo in quest’anno ha incrementato gli iscritti di oltre 2900: più di 2000 lavoratori attivi e circa 900 pensionati. Numeri che, auspichiamo, vengano al più presto verificati dai nuovi organismi pubblici che certificheranno la rappresentanza delle organizzazioni sindacali».
«Anche nel nuovo anno – annuncia – sono tanti i temi su cui continueremo a offrire la nostra visione e le nostre proposte: legalità, diritti, salute, lotta al lavoro irregolare, contrasto al dumping salariale, politiche di genere e della famiglia; contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, apprendistato e formazione. E poi, periferie territoriali ed esistenziali, infrastrutture, partecipate, hub della intermodalità dei trasporti, tutele sociali, volontariato.
«Una visione “ampia” che accomuni rappresentanza, dialogo sociale, corresponsabilità, partecipazione e pragmatismo, se realmente si vuole avviare “il motore” dello sviluppo sostenibile e inclusivo del territorio. Un motore che sappia intercettare anche ciò che accade nel lavoro, nell’economia, della società e crei nuove possibilità per i giovani».
«Continueremo a costruire alleanze nel territorio – conclude – che vedano la Cisl e tutte le sue federazioni e articolazioni – anche con i propri dirigenti prestati agli organismi di controllo, tra cui il Comitato provinciale dell’Inps – quale sindacato responsabile e partecipativo, pronto al confronto, ma anche alla protesta se sarà necessario, e che propone crescita sociale ed economica».
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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