Sono in corso le indagini per stabilire il movente del tentato omicidio dell’operaio della Reset Antonino Fragali davanti al cimitero dei Rotoli a Palermo la scorsa domenica. L’uomo è ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Villa Sofia.  Gli agenti della squadra mobile sono certi di avere individuato il giovane che impugna la pistola.

Quello ripreso con l’arma in pugno davanti al cimitero da alcune telecamere di videosorveglianza. E’ Francesco Lupo di 30 anni. In queste ore si stanno cercando altri due complici che erano con Lupo sull’auto a noleggio Volkswagen Taigo. Fragali è cugino di Giovanni Colombo.

Quest’ultimo è stato condannato per il duplice omicidio di Giacomo Lupo e Antonino Lupo, rispettivamente padre e fratello di Francesco, avvenuto tra i padiglioni dello Zen 2 il 14 marzo del 2019.

Secondo i primi riscontri questo delitto non sarebbe una vendetta per quelle morti. La famiglia di Fragali per evitare ritorsioni si era trasferita a Brancaccio proprio per sottrarsi ad eventuali rappresaglie.

Anche i parenti dell’operaio, sentiti dagli agenti, ferito hanno escluso questo movente. Sta di fatto che Lupo sapeva bene che l’operaio della Reset la domenica andava al cimitero da suo padre morto nel 98. E qui che scatta l’agguato in pieno giorno e in mezzo a tante auto e tanti palermitani che si stavano recando al cimitero domenica mattina. Prima l’aggressione con calci e pugni e poi davanti ad uno dei fiorai esplode i colpi d’arma da fuoco.

Poi la fuga di nuovo in auto. Pistola, felpa, jeans e chiavi dell’auto ritrovate in un sacchetto lanciate da un’abitazione nella zona di via Fausto Coppi. L’auto utilizzata per l’agguato è stata trovata nei pressi dell’abitazione dei Lupo presso la via Santa Bartolomea Capitanio. Quello che ancora non è chiaro è il movente dell’agguato forse legato a debiti.