E’ caccia a due persone presunti complici dell’uomo fermato per il tentato omicidio di domenica mattina fra la folla che si recava al Cimitero di Santa maria dei Rotoli a Palermo.  Dopo la convalida del fermo di Francesco Lupo, 30 anni, accusato di avere sparato diversi colpi di pistola contro l’operaio della Reset Antonino Fragali, 43 anni, ora tocca ai suoi due presunti complici finire nel mirino della polizia.

Alla vigilia di Natale il gip di Palermo Maria Cristina Sala ha convalidato il provvedimento di fermo nei confronti del presunto autore del tentato omicidio scattato domenica mattina davanti al cimitero dei Rotoli a Palermo. Lupo è difeso dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Giovanni Castronovo.

La ricostruzione del delitto

Il,delitto è stato ricostruito grazie alle testimonianze raccolte e soprattutto grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. L’operaio ferito si era recato al cimitero per portare un fiore al padre morto. Attualmente è ricoverato all’ospedale Villa Sofia in prognosi riservata.

Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona hanno ripreso l’intera scena dall’arrivo della vittima a quello dell’aggressore e le fasi dell’agguato. Nelle video riprese si vede un’auto, una  Volkswagen Taigo risultata presa a noleggio, arrivare con a bordo quelle che sembrano tre persone.

Uno dei tre, scesa dalla vettura, indossa una tuta. Secondo gli inquirenti l’uomo in tuta è Lupo.  Si avvicina a Fragali; prima lo aggredisce a pugni e a calci, poi estrae la pistola e gli spara. Segue la fuga in auto.

L’agguato fra la gente

L’agguato avviene sotto gli occhi attoniti di numerose persone. In quel momento, infatti, ci sono tantissimi palermitani che si recano al cimitero come ogni mattina e numerose auto in colonna lungo la strada che costeggia il cimitero dei Rotoli.

Mentre l’aiuto dell’aggressore fugge, una donna si stacca dalla folla, si toglie il giubbotto e cerca di tamponare la ferita. Si tratta del medesimo giubbotto che poi verrà trovato nei pressi del fioraio di fronte al quale è avvenuto l’agguato. Lo recupereranno i poliziotti.

Lupo rintracciato allo Zen

L’auto utilizzata per la fuga (oltre che per arrivare sul posto) verrò ritrovata allo Zen non distante dall’abitazione di Lupo, il giovane accusato del tentato omicidio ovvero via Santa Bartolomea Capitanio.

A consolidare la convinzione che esitano dei complici c’è un altro fatto: mentre i poliziotti cercava Lupo, qualcuno getta via dalla finestra di un’abitazione fra i casermoni della Zen, un sacchetto recuperato dagli agenti per strada. Dentro ci sono: una pistola Beretta, un mazzo di chiavi di un’auto, una felpa e un paio di jeans. Oggetti recuperati e che confluiscono nel fascicolo delle prove