Adesso è tempo di riforma della giustizia. Se l’assoluzione di Matteo Salvini evita lo scontro frontale fra magistratura e governo, non frena l’intenzione del Centrodestra con in testa Fratelli d’Italia e Lega di riformare il settore e dare il via alla separazione delle carriere.

Festa in casa Lega

Si festeggia in casa Lega poche ore dopo l’assoluzione a Palermo del leader del partito Matteo Salvini nel processo Open Arms. Un applauso alla Camera, un poco di dichiarazioni e poi via subito a pensare a domani. Nella maggioranza si parla già, infatti, dell’esigenza di accelerare sulla riforma della giustizia per evitare altri processi sul nulla come questo.

“C’è un giudice a Palermo come ci fu un giudice a Berlino”. Parafrasando una frase storica i leghisti festeggiano per l’assoluzione di Matteo Salvini “difendere i confini e la nostra sicurezza nazionale non è un reato, ma un dovere” dice il commissario della lega in sicilia nonché vicepresidente del Gruppo a Palazzo Madama Nino Germanà.”Quanto accaduto dimostra l’assoluta urgenza della riforma della giustizia” dice il sottosegretario Tullio Ferrante, di fatto il vice di salvini al Ministero delle Infrastrutture

“Verità e giustizia sono state ristabilite, dice il presidente della Commissione difesa Nino Minardo secondo il quale si è trattato di una vicenda surreale, di un processo che non sarebbe neanche dovuto iniziare.

Vero nodo la riforma

Il vero nodo è e resta la riforma della giustizia. Alla vigilia era facile ipotizzare che una condanna avrebbe fatto salire la tensione e accelerare il percorso verso la riforma della giustizia. Qualcuno, adesso, vorrebbe accelerare lo stesso ma un pezzo della magistratura punta, invece, a rallentare quel percorso: a trattare. Sì perché i giudici di Palermo hanno dimostrato di essere “terzi” rispetto alle accuse e ora quel pezzo di magistratura punta a sedersi al tavolo e parlare di una riforma se non condivisa almeno che non sia divisiva. E dal Ministro della giustizia Carlo Nordio arriva una mezza apertura “onore a questi magistrati coraggiosi” dice aspertamente ma aggiunge “questo processo non si sarebbe nemmeno dovuto iniziare. Processi come questo fondati sul nulla rallentano l’amministrazione, credo sia necessaria una riflessione sul nostro sistema imperfetto”.

Insomma c’è una magistratura che punta a “limitare i danni” dal proprio punto di vista. Carriere separate probabilmente sì ma magari con la possibilità di saltare la barricata da inquirente a giudicante e viceversa almeno una volta in carriera

Ricorrere in appello

A sinistra, invece, si pensa già all’eventualità di un ricorso in appello. In testa a tutto ci pensano dalla Ong Open Arms, parte civile insieme a quasi altri 30 associazioni. Si spera che la Procura faccia altrettanto ma non ci sono certezze in questo senso. Alla felicità della Lega, di fatto, fa da contraltare la preoccupazione delle Ong “Le persone trattenute nel 2019 aspettano giustizia” si legge in un post di Open Arms su X sotto una foto di un migrante con la testa fra le mani. Mentre si attendono le motivazioni per valutare come opporsi alla sentenza l’eurodeputato Avs ed ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, primo a commentare la sentenza sostiene “L’assoluzione non cancella gli inaccettabili comportamenti di Salvini in spregio della vita umana. La responsabilità etica e politica resta”.

 

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