Quasi 1 milione e 300 mila euro. E’ il risarcimento che il Comune di Paternò dovrà versare a dieci di ex insegnanti di dopo scuola, al termine di una lunga vertenza iniziata oltre dieci anni fa.
Nel 2013 un gruppo di lavoratori ha avviato una vertenza nei confronti del Comune di Paternò rivendicando il diritto alla loro immissione in ruolo presso l’ente e la condanna di quest’ultimo al risarcimento dei danni, in applicazione delle previsioni di cui alla legge regionale 93/1982 la quale, nel disporre la soppressione dei patronati scolastici regionali e la devoluzione delle loro funzioni ai Comuni, aveva disposto la destinazione del relativo personale alle amministrazioni comunali.
I precedenti giuridici
I giudici della Corte d’Appello di Catania nel giugno del 2022 ha dichiarato il diritto dei lavoratori assistiti dagli avvocati Dino Caudullo e Enrico Freni di essere assunti dal Comune di Paternò, con la condanna di quest’ultimo al risarcimento del danno.
La sentenza non è stata eseguita e così i lavoratori si sono visti costretti a rivolgersi al Tar il quale, in sede di giudizio di ottemperanza, nel respingere le eccezioni formulate dal Comune, che nel frattempo aveva visto approvato il piano di riequilibrio finanziario da parte della Corte dei Conti, ha nominato un Commissario ad acta per l’esecuzione coattiva della sentenza. Confermata anche in sede di appello innanzi al Cga di Palermo, il commissario ad acta ha quindi posto in esecuzione la sentenza della Corte di Appello di Catania, riconoscendo in favore dei lavoratori il risarcimento del danno. Gli oneri complessivamente a carico del Comune di Paternò ammontano a quasi un milione e trecentomila euro tra somme da corrispondere direttamente ai lavoratori e oneri previdenziali da versare all’Inps.
Un commissario ad acta per far pagare il Comune
“È la conclusione di una complessa vicenda – ha dichiarato l’avvocato Dino Caudullo che insieme all’avvocato Enrico Freni ha seguito i lavoratori – che, dopo un inatteso esito negativo innanzi al giudice di primo grado, ha visto il giusto riconoscimento della bontà delle nostre tesi da parte della Corte di Appello di Catania. Purtroppo la pervicacia con cui il Comune di Paternò si è sottratto alla spontanea integrale esecuzione della sentenza, con l’incidente di percorso dello stato di pre dissesto finanziario dell’Ente, ha ulteriormente allungato i tempi, costringendoci a chiedere al Tar Catania la nomina di un commissario ad acta.
Nonostante il Comune abbia proposto a sua volta appello al Cga avverso la decisione a noi favorevole del Tar, a fronte dell’ennesimo rigetto delle posizioni difensive del Comune, finalmente il commissario ad acta nei giorni scorsi ha potuto emettere gli atti necessari alla corretta applicazione della sentenza, la cui spontanea esecuzione da parte del Comune avrebbe certamente determinato un risparmio di spesa per l’ente che non naviga in buone acque dal punto di vista finanziario”.
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