Il piano di tagli e accorpamenti delle scuole siciliane non convince i sindacati. La Cisl Scuola Sicilia contesta il piano di dimensionamento scolastico in Sicilia, denunciando tagli mascherati da denatalità. “Altro che riorganizzazione della rete scolastica. Il nuovo piano ufficialmente inviato al ministero competente dall’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, infligge un pesante colpo di scure alla scuola nell’isola. Si maschera dietro il trend della denatalità quella che in realtà è una mera operazione di risparmio economico”. Lo dichiara la segretaria generale della Cisl Scuola Sicilia, Francesca Bellia in relazione al piano di dimensionamento approvato dall’assessorato e trasmesso al ministero, che prevede la soppressione di 2 autonomie scolastiche a Siracusa, Trapani e Caltanissetta, 3 ad Agrigento e Messina, 1 ad Enna e Ragusa, 4 a Catania e 5 a Palermo.
Cisl Scuola Sicilia contesta il piano di dimensionamento
“Negli ultimi incontri abbiamo manifestato – aggiunge la Bellia – la nostra contrarietà al piano, con particolare dissenso sul piano di dimensionamento relativo alla Provincia di Palermo che perde 5 autonomie anziché le 4 derivanti dal rapporto di proporzione con la popolazione scolastica. Abbiamo anche formalmente evidenziato la mancata preventiva indicazione, da parte dell’assessorato, dei criteri di riparto dei contingenti provinciali. Le Conferenze Provinciali, pertanto, hanno dovuto elaborare proposte senza conoscere il numero di autonomie da salvaguardare”.
Denatalità come pretesto per tagli alla spesa
Secondo la segretaria della Cisl scuola regionale, “il crescente dato di denatalità che si traduce in un numero inferiore di alunni per classe, sia piuttosto l’occasione per migliorare e personalizzare l’offerta formativa in un’epoca di grandi cambiamenti che sta attraversando una società in costante difficoltà. Invece registriamo che la visione è orientata al mero contenimento della spesa da realizzare con la soppressione di autonomie scolastiche. A pagarne il prezzo saranno gli alunni, tutto il sistema scolastico e in generale la comunità. Le scuole vanno aperte, invece di chiuderle”.
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