Dal Piano Mattei alla salubrità del cibo che arriva sulle nostre tavole, dai problemi strutturali atavici che affliggono l’agricoltura siciliana alle scelte europee lontane dal Mediterraneo sino ad arrivare alle criticità connesse al cambiamento climatico. È stato tutto questo l’incontro dal titolo “Agricoltura, cibo e salute – La Sicilia fra siccità e Piano Mattei” organizzato dall’Associazione ambientalista Ecò sabato 14 dicembre a Palermo presso il Grand Hotel Wagner. Un incontro molto partecipato dagli addetti ai lavori del settore: “È un primo passo attraverso il quale desideriamo porre al centro dell’attenzione i problemi dell’agricoltura siciliana che è sempre stata un pò la Cenerentola delle attività economiche della nostra Regione. – ha spiegato Massimo Fundarò, presidente dell’associazione – Siamo in un momento di profonda crisi in cui sebbene ci siano aziende che rappresentano un’eccellenza, vanno bene e riescono ad affrontare il mercato, contemporaneamente c’è tutto un sistema cooperativo, cantine sociali, piccoli e medi produttori, che sono sull’orlo del baratro. La prossima tappa sarà con una delegazione a Bruxelles”.
L’incontro si è aperto con l’intervento in video collegamento del sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, che ha puntato l’accento sulla mancanza in politica di una voce di tutela nei confronti del mondo agricolo siciliano. A fargli da eco, elencando alcuni dati riguardanti non solo l’agricoltura siciliana ma anche il settore degli allevamenti, Carmelo Galati, vice presidente dell’Unione Allevatori Sicilia: “La nostra Regione si è dimostrata impreparata nell’affrontare la siccità. Ogni allevatore è stato costretto a portare al macello ben il 30% dei suoi capi, ogni giorno venivano macellati 700 animali. Il fieno, che sarebbe dovuto arrivare a maggio, è arrivato a novembre”. In questo contesto di crisi economica del comparto agricolo siciliano, denunciato e condiviso più volte durante l’incontro, emergono delle perplessità sul Piano Mattei, la nuova iniziativa di politica africana dell’Italia lanciata dalla premier Giorgia Meloni a gennaio di quest’anno. “Il Piano Mattei per l’Africa è un piano che ancora deve essere ben definito al suo interno, – ha spiegato Allegra Salvini, esperta in politiche migratorie che durante l’incontro ha fornito un quadro esplicativo sul Piano – non è chiaro quello che ci sarà in quanto a progetti: all’interno di questo Piano, che sembra essere sempre in continua espansione, la trasparenza non è molta. 5 miliardi e mezzo sono stati allocati per esso per adesso per 9 Paesi pilota, sono stati iniziati già dei progetti, fra questi uno nell’ambito agricoltura in Algeria ed un altro nell’ambito biocarburanti in Kenya”.
Tra i relatori anche Roberta Urso, delegata regionale dell’associazione Donne del Vino, che ha fornito dati sull’abuso di alcol in Italia: “Ben 8 milioni di persone sono a rischio per patologie alcol correlate e 800mila di questi sono minorenni. Nel 2002 hanno fatto ingresso nel mercato italiano le cosiddette bevande alcolpop o premix che oggi vengono consumate da tanti giovanissimi perché costano pochissimo e sono molto accattivanti col loro packaging colorato. Si presentano come bevande innocue in realtà iniziano al consumo di alcol”. A Luigi Maria Montalbano, direttore di Endoscopia Digestiva a Villa Sofia, il compito invece di illustrare i danni derivanti da un’agricoltura chimica sfatando al contempo molti luoghi comuni, dalle reali differenze tra grani antichi e moderni alla cosiddetta concia dei semi. A conferma della validità di un’agricoltura biologica che fa bene non solo alla salute ma che è efficace anche nel contrastare i cambiamenti climatici l’esperienza di Piero Ganduscio, imprenditore agrumicolo bio: “Attraverso metodiche di coltivazione bio, come quella dell’inerbimento, la mia produzione, malgrado la siccità, non ha subito cali”.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate all’europarlamentare del gruppo dei Verdi Leoluca Orlando: “Più attenzione dell’Europa per il Mediterraneo e più Mediterraneo in Europa. Nel Mediterraneo l’agricoltura è centrale per lo sviluppo economico, è centrale per la giustizia sociale, essenziale per una questione ambientale. Parlare di agricoltura è parlare al tempo stesso della vita della gente, è parlare anche del cibo, è parlare anche dell’agroalimentare, parlare di tutta la vastissima serie di specialità e specializzazioni che spesso vengono ignorate che hanno una dimensione mediterranea che viene trascurata. Credo che ora sia il tempo di evitare che le scelte dell’Europa sull’agricoltura siano condizionate, determinate da prodotti, da produzioni e da procedure che sono della Mitteleuropa ma non del Mediterraneo. Questo costituisce una sfida e questo incontro vuole essere un ascolto ma anche al tempo stesso per progettare insieme una presenza diversa, più forte, più autorevole di chi opera nel mondo dell’agricoltura dentro l’istituzione europea”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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